Di seguito il comunicato:
“Apprezziamo da parte del Governo il tentativo di coinvolgerci come auditori al tavolo CIS per Taranto convocato oggi a Roma, ma abbiamo deciso di non partecipare. Ci uniamo infatti alla posizione espressa dai Sindaci dell’area di crisi complessa e dagli Enti locali che diserteranno insieme a noi l’incontro. Crediamo infatti che sia arrivato il momento di aprire una discussione pubblica sul futuro di Taranto, pianificando la riconversione economica con un accordo di programma che preveda la chiusura delle fonti inquinanti, con fondi certi e che inoltre sulle proposte si apra un ampio dibattito pubblico. Non abbiamo gradito negli ultimi mesi il tempo perso sul CIS, che sicuramente è stato più costruttivo quando a Taranto lo presiedeva Luigi Di Maio: ora c’è una misteriosa mancanza di notizie che va di pari passo con l’imbarazzante assenza di confronto sul Cantiere Taranto. A questo si aggiunge la miope visione su Ilva, basata su una continuità produttiva velenosa che la città e il territorio non vogliono. Inoltre siamo molto delusi dall’ennesimo affronto di Mittal che, a nemmeno 24 ore dalla firma dell’accordo con lo Stato, ha aperto la procedura di cassa integrazione per 130 addetti dello stabilimento di Cornigliano. Per noi questo atteggiamento rivela una spregiudicatezza non accettabile”. Lo fanno sapere i deputati tarantini del M5S, Cassese, Ermellino e Vianello.