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Associazioni di commercianti e artigiani di Taranto, richieste di sostegno alle istituzioni "A repentaglio la sostenibilità e la successiva ripresa" delle piccole e medie imprese

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Di seguito un comunicato diffuso da Confcommercio Taranto:

Il prosciugamento dei flussi di cassa attesi, per effetto del susseguirsi di provvedimenti limitativi dell’apertura dei negozi che, con l’ultimo DPCM 22 marzo 2020, vede il quasi totale arresto delle attività commerciali, mette a repentaglio la sostenibilità e la successiva ripresa delle nostre PMI, all’indomani della cessazione dell’emergenza sanitaria. Il Governo ha annunciato, garantito e sbandierato interventi di salvaguardia per tutte le imprese (d.l. 18 del 17 marzo 2020), ma il Governo, a prescindere dai vincoli di bilancio, deve fare molto di più!
Si apre così la lunga e articolata lettera che Leonardo GIANGRANDE, presidente provinciale di ConfcommercioTaranto, scrive al presidente confederale, Carlo SANGALLI, per rappresentare le istanze delle imprese del Terziario jonico e per sollecitare il presidente confederale a continuare ad esercitare, con tutti i mezzi, l’azione di pressing sul Governo per un forte e decisivo impegno a salvataggio dell’economia del Paese e delle imprese del Terziario, in particolare le micro, piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto economico più vitale dell’Italia. E’ concreto il timore che, passata la emergenza sanitaria, si possa continuare a sprofondare nell’emergenza socio- economica se non si metteranno in campo importanti misure economico-finanziarie.
Essenzialmente, gli aiuti alle PMI si articolano sulle seguenti direttrici: a) proroghe e slittamenti degli adempimenti fiscali e contributivi; b) CIGO e CIGD per i dipendenti anche delle microimprese (da 1 a più dipendenti); c) provvidenze creditizie. Pur mancando, a tutt’oggi, alcune norme attuative delle misure assunte, Confcommercio Taranto rileva alcune insufficienze e difficoltà operative all’accesso a tali aiuti.
Ecco alcune delle osservazioni sollevate in merito a gli adempimenti fiscali e contributivi:
1) non sono stati oggetto di rinvio le scadenze relative al pagamento degli avvisi bonari dell’AdE, delle CC.GG., delle ritenute sul lavoro autonomo, dei versamenti rivenienti da accertamento con adesione o invito al contraddittorio, così come i termini per le redazioni e le trasmissioni delle CU.
2) Nulla è stato, altresì, previsto (anche se di specifica competenza degli Enti locali) in ordine all’eventuale rinvio dei tributi comunali ( TARSU, TOSAP, IMU). A tal ultimo proposito, Confcommercio Taranto ha già provveduto ad interessare tutti i comuni della provincia affinché deliberino una riduzione e/o lo slittamento di tutti i pagamenti dei tributi locali, scaglionando le scadenze da settembre 2020 a fine anno.
3) In ordine alla CIG e nello specifico alla CIGD si denuncia una farraginosità in relazione all’accesso per un duplice ordine di motivi: a) la consultazione delle organizzazioni sindacali da predisporre in via telematica; b) il mancato chiarimento sull’obbligo della preventiva fruizione dei fondi degli Enti Bilaterali (le cui disponibilità finanziarie sono limitate e, soprattutto, per le PMI che non aderiscono a nessuna sigla datoriale e, quindi, non hanno obbligo di versamento del contributo Ente Bilaterale e, conseguentemente, sono inibite all’accesso). Sempre ai fini dell’accesso alla CIG in deroga si chiede che la norma generale di preventiva fruizione delle ferie da parte del personale (così si rimetterebbe alle aziende l’onere della crisi in quanto dovranno anticipare e sostenere il pagamento degli stipendi), venga superata dagli accordi quadro regionali e/ o da chiarimenti forniti dalla stessa INPS.
Per le provvidenze creditizie l’art. 56 del decreto legge concede alle PMI danneggiate dal COVID-19 la possibilità di avvalersi per le esposizioni debitorie, non dichiarate deteriorate, dietro mera comunicazione rivolta alle banche con allegata una dichiarazione autocertificativa di temporanea carenza di liquidità causa epidemia di COVID-19, tutto ciò non basta. Il decreto legge sembra dimenticare la difficoltà finanziaria nella quale il piccolo imprenditore (molte volte privo di affidamento bancario) incorrerà in quanto dovrà fronteggiare il pagamento degli stipendi, il pagamento delle locazioni, il pagamento dei fornitori (che, se pur indirettamente, finanziano l’impresa cliente), la difficoltà nella riscossione dei propri crediti, il sostentamento proprio e della famiglia, etc. Il Governo deve concedere forme automatiche di garanzie sui prestiti (per esempio, rapportate agli stipendi erogati o al fatturato conseguito nel 2019) o erogare esso stesso la liquidità ad un tasso commisurato alla durata del finanziamento.
Il credito di imposta per il pagamento delle locazioni. Ora, l’esercizio di attività commerciali può essere svolto anche in locali di categoria catastale diversa da quella esclusivamente indicata: la categoria C1. Infatti, possono essere oggetto di locazione commerciale altre categorie, senza considerare che alcune piccole strutture ricettive svolgono la loro attività conducendo in locazione varie categorie catastali. Inoltre, il credito di imposta concesso nella misura del 60%, limitato attualmente ai locali classificati C1, potrà essere monetizzato solo in occasione del pagamento delle imposte che nella stragrande maggioranza dei casi avverrà a maggio/giugno. Indispensabile che il bonus venga esteso a tutte le locazioni commerciali, purché risultanti da regolari contratti oggetto di rilevanza fiscale, a prescindere dalla categoria catastale dell’immobile e sarebbe quanto mai opportuno richiedere l’ampliamento ad almeno il 100% di detto bonus nonché un’erogazione diretta, alternativa al credito di imposta, per tutte le iniziative commerciali costrette alla chiusura per provvedimenti dello stesso Governo.
“Il tessuto imprenditoriale di molte zone d’Italia, in particolare nel Mezzogiorno e soprattutto nella nostra provincia – sottolinea Giangrande- è costituito da microimprese commerciali e professionali che, sia dal punto di vista amministrativo/gestionale che finanziario/patrimoniale, presentano enormi carenze strutturali. Pensiamo agli ambulanti, ai mercati rionali, ai piccoli negozi di vicinato, alla miriade di agenti e procacciatori di affari, ai servizi, alle piccole attività ricettive e turistiche. Tali attività, pur non sommando cifre importanti in termini di fatturato complessivo, assicurano una fonte reddituale al piccolo imprenditore, alla propria famiglia e a tanti lavoratori. Per tale motivo è importante preservare tale tessuto economico dalla crisi di liquidità, determinata dalla crisi sanitaria, chiediamo che il Governo destini maggiori risorse per il sostegno reale delle famiglie e delle imprese in crisi di liquidità ed impossibilitate ad accedere al credito, ne va della tenuta sociale ed economica del nostro Paese.”

Di seguito un comunicato diffuso da Casartigiani Taranto:

Cresce la preoccupazione tra le imprese artigiane che devono affrontare l’impatto negativo dell’emergenza Coronavirus. Casartigiani Taranto torna dunque a scrivere a istituzioni e parti sociali. Rivolgendosi al Prefetto di Taranto, al Presidente della Regione e a quello della Provincia di Taranto e adesso anche ai consiglieri regionali, a tutti i Sindaci dei Comuni della Provincia, ai Parlamentari ionici e al Sottosegretario di Stato Mario Turco, invoca interventi urgenti per contenere la crisi e garantire la sostenibilità economica.
Le disposizioni del Presidente del Consiglio (nello specifico il D.P.C.M. dell’08/03/2020 e il successivo D.P.C.M. 9/03/2020 e per ultimo il D.P.C.M.11/03/2020) hanno delineato direttive chiare e precise sulle limitazione imposte alle attività imprenditoriali, al fine di contenere il contagio da Covid-19.
«Tali limitazioni prorogate al 3/04/2020 provocano effetti sociali ed economici che a partire dalla settimana prossima non riusciremo più a gestire, – fa presente il segretario generale di Casartigiani Taranto Stefano Castronuovo – in quanto le segnalazioni che ogni giorno riceviamo e che stiamo analizzando disegnano un quadro drammatico di piccoli imprenditori che non hanno più disponibilità economiche neanche per i viveri di prima necessità».
Un situazione che di ora in ora, di giorno in giorno, si aggrava per la poca chiarezza sui sistemi di sostegno al reddito dei dipendenti e dei piccoli imprenditori aggravati dalla burocrazia.
Casartigiani ribadisce dunque la necessità urgente ed immediata di istituire un tavolo operativo tra Prefettura, Forze dell’ordine ed enti coinvolti per una comunicazione unanime al fine di diramare informazioni chiare e precise da parte di tutti i soggetti coinvolti.
«Rimane il fatto che gli imprenditori artigiani – rileva Castronuovo – sopravvivendo del proprio lavoro non hanno le liquidità per pagare fitti, imposte e tasse locali e per garantire la serenità alle proprie famiglie. Ad oggi infatti l’accesso al credito è difficile e prevede tempi lunghi, tanto da ritenere che non sia la soluzione ottimale per l’emergenza. Avendo chiaro che il governo ha previsto e prevederà ulteriore azioni di sostegno per garantire la coesione sociale ritengo opportuno lavorare per la nostra Provincia già gravata da una crisi economica e industriale».
Per quanto detto Casartigiani Taranto chiede:
  • di avviare modalità di condivisione delle direttive in materia di chiusura e limitazione delle imprese univoche per tutti i comuni della provincia evitando cosi la diffusione di notizie non veritiere che potrebbero minare la coesione sociale;
  • di attivare con urgenza un tavolo di coordinamento e di condivisione tra Prefettura, Comuni e Parti sociali per l’emergenza economica.
«Riteniamo inoltre che il Cis – aggiunge ancora il segretario generale – debba essere allargato a tutte le parti sociali, in quanto le decisioni prese hanno ripercussioni dirette sulle imprese del territorio, gravate già dalla crisi del settore industriale. Vogliamo segnalare a tal proposito che molti ex lavoratori diretti e indiretti dell’ Ex ILVA hanno aperto negli ultimi anni centinai di imprese commerciali e artigianali investendo tutti i propri risparmi e i TFR, ed ora con l’attività chiusa si trovano in condizioni sociali sotto la soglia di povertà».
Ai Comuni della Provincia Casartigiani Taranto chiede infine:
  • la sospensione di tutte le imposte e tasse comunali per le imprese;
  • garanzia di sussistenza per gli imprenditori in difficoltà da parte dei Servizi Sociali Comunali
  • la deroga di tutte le scadenze amministrative.
«In questa situazione di profonda emergenza abbiamo il dovere di fornire alle nostre imprese gli strumenti necessari per sopravvivere alla crisi economica. – conclude Castronuovo – Questo è il momento della responsabilità. Ognuno faccia la sua parte».

 


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