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“Test rapidi a poliziotti e detenuti” nei penitenziari pugliesi, sollecita il Sappe Oggi ha parlato dei rischi nelle carceri il papa

Casa Circondariale di Foggia

Tweet di papa Francesco:

Dove c’è il sovraffollamento nelle carceri, c’è il pericolo che questa pandemia finisca in una calamità grave. Preghiamo insieme per i responsabili, per coloro che devono prendere decisioni, perché trovino una strada giusta e creativa per risolvere questo problema.

Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe:

Carceri Pugliesi…ora basta si facciano immediatamente i test rapidi a Poliziotti e detenuti

Abbiamo notizia che dalla data odierna  anche in   Campania dopo  altre regioni della nazione, sta partendo la campagna di controllo sanitario a tappeto  sia  sulla popolazione detenuta che  sui poliziotti  penitenziari.
Si tratta del test rapido  che serve  per riscontrare l’eventuale contagio da coronavirus,  poichè essendo  di facile utilizzo,  permette con  poche gocce di sangue del paziente di aver un riscontro  entro brevissimo tempo, consentendo  ai medici di conoscere subito la presenza  o meno del Covid 19  e quindi adottare le misure con estrema urgenza.
Il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, raccogliendo il grido d’allarme dei poliziotti nonchè dei detenuti  delle carceri pugliesi,  sta chiedendo  da settimane all’amministrazione penitenziaria ed alle autorità sanitarie  pugliesi di prendere urgenti provvedimenti  per evitare che,  il contagio si diffonda  nei penitenziari con conseguenze drammatiche.
Eppure le rivolte e le devastazioni dei   giorni 8 e 9 marzo  avrebbero svegliato anche un orso in letargo, invece  in Puglia nonostante la situazione non sia così tragica come in altre regioni, le autorità sanitarie si stanno “disinteressando” delle carceri in maniera colpevole,   aumentando  il  malessere e le  tensioni che,  potrebbero sfociare in rivolte ancora più drammatiche.
Che il “disinteresse”  e la “disorganizzazione” verso le problematiche carcerarie  sia evidente,  lo hanno vissuto sulla loro pelle i 15 poliziotti in servizio presso il carcere di Lecce, i quali nonostante siano stati a contatto con una detenuta malata di coronavirus,  sono stati sottoposti a tampone una settimana dopo  l’evento, e la settimana successiva sono rientrati in servizio senza alcun esito del tampone.
Stesso discorso  è accaduto a Bari per cui  i poliziotti che sono venuti a contatto con un  detenuto entrato in carcere con i sintomi,  a giorni di distanza non avrebbero ancora ricevuto l’esito del tampone.
Eppure i poliziotti penitenziari alla stregua di medici ed infermieri sono costretti a lavorare a stretto contatto con i detenuti(vedi perquisizioni, apertura stanza ecc.ecc.), senza alcun rispetto della distanza  e né tantomeno della sicurezza sanitaria.
Lo stiamo denunciando da tempo scrivendo ai diretti interessati nonché  sui mass media, ma inutilmente.
Non sappiamo per quale motivo il Presidente della Regione ed i responsabili della sanità pugliese, compreso uno scienziato molto stimato, stiano prendendo sottogamba  la possibilità di un contagio nelle carceri pugliesi a differenza di quello che si sta facendo in altre regioni, anche perché i poliziotti sono stati fino a poco tempo completamente sforniti di DPI, mentre ora utilizzano  le  note “mascherine” carta igienica  rifiutate da tutti  perchè non idonee, e scaricate sui lavoratori penitenziari.
Ci meravigliamo anche del disinteresse del sindaci di Lecce, Brindisi, Turi, Bari, Altamura, Trani, Foggia, Lucera , San Severo, Taranto che non hanno minimamente espresso alcuna preoccupazione per ciò potrebbe accadere nelle carceri della loro città.
Forse hanno dimenticato oppure  non hanno visto le immagini(che hanno rabbrividire tutti gli italiani) girate anche da privati impauriti su quello che è accaduto a Foggia, e che potrebbe accadere nelle  loro città.
Ma forse per taluni  primi cittadini è più redditizio  politicamente  farsi vedere in giro per le città per snidare i contravventori dei divieti(con telecamera a seguito) che protestare , anche energicamente,  acchè le carceri siano  avvolte da un cordone sanitario al fine di cercare di  evitare   qualsiasi contagio.
Sia chiaro questa O.S. prega perché le carceri vengano risparmiate da questo flagello, ma se il  coronavirus  si dovesse presentare in un qualsiasi carcere della regione con danni a persone o cose, presenteremo il conto a quelli che insieme  all’amministrazione penitenziaria  saranno chiamati a  pagare oltrechè moralmente, anche   amministrativamente e penalmente.
Per questo si  reitera la richiesta di  un piano a tappeto affinchè le carceri pugliesi possano essere messe in sicurezza, come si sta facendo con gli ospedali(ed in altre regioni), sia fornendo ai poliziotti adeguati DPI,   sia effettuando con urgenza  i test rapidi per la rilevazione del contagio da coronavirus.
Lo studio legale del SAPPE è stato già allertato anche per contrastare eventuali salvacondotti  che, molti con la coscienza cattiva vogliono far diventare legge  per evitare di pagare poi, per i danni che potrebbero derivare dai loro  comportamenti irresponsabili.
Noi non lo consentiremo, poiché in nome dell’articolo 32 della costituzione(diritto alla salute) hanno posto l’Italia in un coprifuoco stracciando tutti gli altri diritti costituzionali e noi li abbiamo accettati. Però devono dimostrare che queste libertà che loro si sono presi, togliendole a Noi e costringendoci a lavorare in una situazione di estrema emergenza ,  devono essere ben amministrate proprio per assicurare a tutti, anche ai poliziotti penitenziari e detenuti, il diritto ad essere tutelati poiché siamo in prima linea in un contesto molto difficile.
Bari, lì 06.04.2020
Per informazioni 3477827338


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