Il 9 maggio 1978, dopo 55 giorni dal rapimento, fu ucciso Aldo Moro. Le brigate rosse compirono così il più grave atto di terrorismo nella storia repubblicana d’Italia. Chissà se in proprio o con chi o per conto di chi, agirono i brigatisti. Passati 42 anni, quel periodo che andò dal sequestro di via Fani al rinvenimento, sempre a Roma ma in via Caetani, del cadavere dello statista pugliese nel bagagliaio di una Renault 4 è tuttora nitidamente ricordato come un periodo di estrema paura per l’Italia, colpita al cuore delle istituzioni: Moro sarebbe stato presidente della Repubblica da lì a pochi mesi, certamente. Poi, il 9 luglio, fu eletto Sandro Pertini, probabilmente l’unico in grado di ricondurre l’Italia fuori dal terrore. Come poi fu e Pertini non a caso è il presidente più amato dagli italiani.
Il 9 maggio fu consumato, in Italia, un altro omicidio: nello stesso giorno della notte della Repubblica, un assassinio di mafia. Giuseppe Impastato, Peppino, ammazzato per volere del boss Badalamenti. Dava fastidio con una piccola emittente radio, Peppino Impastato: denunciava il malaffare mafioso. Fu zittito.
Quarantadue anni fa, il 9 maggio 1978: omicidio di mafia. Nello stesso giorno di quello passato alla storia e che cambiò la storia d’Italia.
(foto: fonte la rete)