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Cervelli, non tutti in fuga. Il ricercatore di Mesagne torna in Italia Gianvito Vilè, 33 anni: il racconto di Affari italiani

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Di Francesco Santoro:

Non tutti i giovani cervelli scappano dall’Italia per non farvi più ritorno. A volte succede- raramente a dire il vero- che qualcuno si accorga di loro prima che sia troppo tardi e li riporti nel Belpaese che, visto l’andazzo generale, tanto bisogno avrebbe dell’apporto di menti brillanti per risollevarsi ed emergere dalla palude in cui è immerso fino al collo.
Nel caso del ricercatore pugliese Gianvito Vilé, 33enne originario di Mesagne, nel Brindisino, il merito è tutto del Premio Felder, iniziativa promossa da Fondazione Bracco e Bracco Imaging, con la collaborazione col Politecnico di Milano, in onore dello scienziato Ernest Felder, per anni a capo della ricerca del gruppo industriale italiano. La storia la racconta Affari Italiani: Vilè, che lo scorso anno è finito nella lista degli “Scienziati più influenti in ingegneria chimica” della Società americana di chimica, si è aggiudicato un premio di un milione di euro battendo e adesso avrà la possibilità di sviluppare nei laboratori del Politecnico meneghino e del Centro ricerche Bracco di Ivrea i suoi studi. «La mia attività di ricerca ha sempre integrato metodi di diverse aree della chimica e delle scienze ingegneristiche per progettare processi di sintesi ecologici applicati all’industria farmaceutica e a quella chimica- spiega Vilé ad Affari italiani-. Tali processi usano principalmente materiali nanostrutturati e reattori in continuo, in modo da aumentare l’efficienza e la sicurezza delle reazioni e abbassare i costi di processo, raggiungendo al tempo stesso gli obiettivi di protezione della salute umana e dell’ambiente. Sono molto soddisfatto e sarò per sempre grato alla Fondazione Bracco e a Bracco Imaging per avermi dato l’opportunità di rientrare nel mio Paese grazie al Premio Felder, e per avermi coinvolto in progetti di frontiera con chiara rilevanza industriale».
Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco e Ceo dell’omonimo gruppo, spiega che «nell’anno in cui celebriamo il decimo anniversario della nostra Fondazione- si legge su Affari italiani-, siamo felici di aver permesso a un grande talento di rientrare in Italia e di aver gettato le basi per la nascita nel nostro Paese di un nuovo centro di eccellenza».


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