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Una voce da Martina Franca per spiegare la stecca di Andrea Bocelli sul corona virus Ieri il cantante ha partecipato ad un convegno di negazionisti: non ho conosciuto persone in terapia intensiva, "tutta questa gravità... "

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Convegno al Senato, organizzato da Vittorio Sgarbi, per dire che quella del Covid è sostanzialmente una bufala. Tra i partecipanti il leader leghista Matteo Salvini che ha detto più o meno così: non ho la mascherina e non me la metto. Messaggi ritenuti pericolosi, secondo l’infettivologo Galli. Ma ciò che ha destato stupore è stata la presenza, a quel convegno, di Andrea Bocelli. Il cantante italiano più famoso nel mondo ha pure parlato: premesso che non gli interessa prendere parte politica fa riferimento alla sua violazione delle prescrizioni, durante il lockdown, perché si è sentito offeso e umiliato.

Ha pure detto qualcosa di questo genere: ho avuto il corona virus. Durante il lockdown ho volontariamente trasgredito, qualche volta, perché mi sono sentito offeso e umiliato dalle restrizioni. Conosco tanta gente ma non ho conosciuto nessuno che fosse in terapia intensiva, “e allora, tutta questa gravità…” ?

Nei confronti del cantante si è scatenata una valanga di critiche. Da Alessandro Gassman che richiama al rispetto di 35mila morti a Paola Turci che diffonde una foto dei mezzi militari che trasportavano le bare di Bergamo e chiede rispetto, a Lorenzo Pregliasco che scrive: è come se avesse detto “non conosco nessuna vittima delle Torri Gemelle quindi l’attentato non c’è stato”. Eccetera eccetera.

Il bello è che a fine maggio il cantante aveva detto di donare il plasma dopo avere contratto l’infezione. Che è un chiaro riconoscimento dell’esistenza di un problema. Il bello è che a Pasqua ha tenuto un concerto nel duomo di Milano, con platea mondiale (anche nel suo canale online): concerto di solidarietà.

Successivamente alla manifestazione, Andrea Bocelli travolto dalla polemica ha detto di essere stato frainteso. Ma la parole dette quelle sono, come testimonia per esempio quanto diffuso da ilpost.it.

Da qui parliamo di una voce, ascoltata durante il periodo drammatico, anzi tragico, dell’emergenza. Una voce non celebre come quella di Bocelli, una voce rotta dal pianto. Di un uomo, al telefono. Aveva perso da pochi minuti un parente, morto per corona virus. Piangendo, quest’uomo di Martina Franca implorava di continuare ad informare perché non venisse sottovalutato quel virus letale. Ecco, uno degli oltre trentacinquemila esempi mortali (fra i 246mila ammalati) italiani di “tutta questa gravità”.

Che stecca ieri Bocelli.

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