Il 7 febbraio 1985, nel crollo dia Verdi, morirono 34 persone.
I familiari di vittime del crollo lamentano ritardi, con un comunicato da cui peraltro non emerge quanti essi siano. “Alcuni giorni fa abbiamo protocollato all’attenzione del Sindaco Avv. Giovanni Gugliotti una nota” è scritto in un comunicato. Si è voluto mettere al corrente della situazione l’amministrazione comunale di Castellaneta. La cureatela “non procede alla redazione della nuova graduazione per la ripartizione della esistente somma di € 1.700.000.,00 solo ed esclusivamente tra tutti i creditori riconosciuti dal Tribunale di Lecce con sentenza n 1251/2015.”
Il Comune di Castellaneta “ebbe a deliberare che la transazione prevedeva l’incasso da parte degli aventi diritto della minore somma di euro diecimilionitrecentomila, messa a disposizione del Comune di Castellaneta, al NETTO di quanto già incamerato a titolo di provvisionale e delle somme corrisposte in ottemperanza e ordinanze di assegnazione del Giudice dell’Esecuzione di Taranto e di quanto ognuno degli aventi diritto incamerato dall’eredità Semeraro , oltre alle spese e competenze legali riconosciute dal Tribunale di Lecce, come peraltro esplicitato nelle delibere di Giunta 155/2015 e 23/2016, con conseguenziale RINUNZIA DEL COMUNE DI CASTELLANETA A CHIEDERE L’AMMISSIONE PER IL SUO INGENTE CREDITO DI CIRCA EURO DUEMILIONI.
Per tali ragioni nello spirito collaborativo e nella certezza di voler concludere nel rispetto degli impegni presi nelle rispettive transazioni , chiediamo un intervento diretto del Comune di Castellaneta nei confronti della curatrice dell’eredità Semeraro ed al Giudice Tutelare del Tribunale di Brindisi onde evitare che venga posto in essere un atto illegittimo ed abnorme, che costringerebbe i richiedenti ad impelagarsi in un ennesimo giudizio pretestuoso e dilatatorio nonché manifestamente dannoso per la stessa amministrazione.
Ricordiamo comunque alla cittadinanza che, con riferimento ai famigliari delle vittime solo due non hanno ancora chiuso il contenzioso per il risarcimento dopo la sentenza di appello nella quale sono state confermate tutte le motivazioni gia assunte in ogni grado di giudizio, dal penale al civile.
Con riferimento al ricorso in Cassazione dispiace , non tanto per l’atto che è nelle prerogative dell’amministrazione comunale, ma per le motivazioni mosse, dove purtroppo ancora una volta si fa riferimento alla corresponsabilità delle vittime in modo generico e senza alcuna base giuridica o di prova, offendendo ancora una volta la memoria dei nostri cari.”