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Tasse: i pensionati italiani perdono 118 euro al mese Da Brindisi l'allarme di Confesercenti: pagano più di quando lavoravano. Spi-Cgil: il bonus di 80 euro va dato anche a loro

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Il Presidente di Confesercenti, Marco Venturi, in occasione dell’annuale incontro estivo dei pensionati della Fipac-Confesercenti, tenutosi a Brindisi rende noti alcuni dati economici. “Nel 2014 un pensionato ‘medio’ perdera’ 1.419 euro di potere d’acquisto rispetto al 2008. Sono oltre 118 euro in meno al mese, sottratti ai consumi e ai bilanci delle famiglie. Che sempre piu’ spesso sono sostenuti proprio dai pensionati, diventati durante la crisi pilastri del welfare familiare”.

Spi-Cgil: esatendere anche a pensionati il bonus di 80 euro

“Siamo l’unico Paese – spiega Venturi – dove i pensionati pagano, in proporzione, piu’ tasse di quando erano attivi. Accade cosi’ che il pensionato subisca un maggior prelievo rispetto al dipendente e che tale extra-imposta sia piu’ forte tanto piu’ la pensione e’ bassa: 72 euro per una pensione pari a tre volte il minimo e 131 rispetto alle pensioni d’importo inferiore. Nel resto d’Europa non e’ cosi’; anzi, avviene il contrario. In tutti i Paesi, a parita’ di reddito, un pensionato paga in misura inferiore del dipendente”. “In generale – continua Venturi – i nostri pensionati sono i piu’ tartassati d’Europa. Lo possiamo verificare confrontando innanzitutto quanto paga il pensionato italiano rispetto ai suoi ‘colleghi’ europei: su una pensione corrispondente a 1,5 volte il trattamento minimo Inps, un italiano paga in tasse il 9,17% dell’assegno previdenziale, mentre i suoi colleghi di Germania, Francia e Spagna e Regno Unito nulla.

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Ma non meno dirompente e’ il risultato che emerge nel caso di un trattamento pensionistico pari a tre volte il minimo: il pensionato italiano e’ soggetto ad un prelievo doppio rispetto a quello spagnolo, triplo rispetto a quello inglese, quadruplo rispetto a quello francese e, infine, incommensurabilmente superiore a quello tedesco: si va dagli oltre 4 mila euro sopportati dal pensionato italiano ai 39 a carico del pensionato tedesco”. E’ ora, conclude Venturi, “di dare una svolta definitiva a questa ingiustizia, ripensando il sistema fiscale. Soprattutto si deve tener conto dell’erosione del potere d’acquisto dei pensionati, estendendo anche a loro, come primo passo, il bonus fiscale, in modo tale da ridurre almeno la perdita su base mensile. Essere anziani non puo’ essere considerato un peso sociale: dobbiamo reagire rivendicando rispetto, dignita’ sociale ed economica per i nostri pensionati”. (AGI)

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