Il 26 agosto 2010 sparì da Avetrana, nel primo pomeriggio, un’adolescente. Era andata a casa degli zii ma in realtà scomparve nel nulla. Iniziò così il caso di Sarah Scazzi, un caso che minuto dopo minuto divenne una morbosa vicenda di cronaca con il piccolo centro agricolo del tarantino divenuto un’autentica capitale internazionale del grande fratello rapportato alla cronaca nera.
Il 6 ottobre 2010 lo zio di Sarah, assumendosi la responsabilità dell’assassinio, fece ritrovare il cadavere della ragazza in una zona di campagna.
Ma non finì lì. Perché la complicatissima inchiesta si concluse con un processo in cui la cugina e la zia di Sarah Scazzi furono condannate all’ergastolo per avere ammazzato la giovanissima congiunta. Movente: gelosia per un ragazzo.
Zia e cugina che continuano a professarsi innocenti tanto da avere chiesto (e ottenuto) alla Corte di Strasburgo, l’ammissibilità ad esaminare il caso ormai chiuso per.la giustizia italiana. Chissà quando, dunque, tornerà sulla vicenda processuale la giustizia europea.