Di seguito un comunicato diffuso da Contramianto:
Il rischio cancerogeno dell’amianto in acqua potabile dovrebbe trovare la massima attenzione istituzionale da parte della Regione Puglia specie a Taranto in relazione agli effetti moltiplicatori per cancro in una popolazione , quella tarantina, già esposta a un mix di cancerogeni ed inquinanti industriali con eccessi di tumori come accertati anche in recenti studi. Le fibre di amianto disperse in acqua potrebbero essere dannose per la salute costituendo un possibile rischio tumorale che andrebbe monitorato precauzionalmente a difesa della popolazione anche in relazione alle centinaia di chilometri di tubazioni in eternit che ancora oggi costituiscono una parte delle condotte dell’Acquedotto pugliese. L’ultimo dato riferito al 2017 indica ben 910 km di tubi in cemento amianto presenti nell’intera rete idrica del territorio regionale. In ordine ai cancro gastro-intestinali vi è il fondato sospetto che possano aver origine anche dall’ingestione dell’amianto. Ulteriori studi scientifici rivelano una relazione tra ingestione di amianto e insorgenze tumorali anche per altri organi quali trachea, laringe e reni. Non fare allarmismo ma rendere informati i cittadini pugliesi della eventuale presenza di amianto anche nell’acqua potabile e della necessaria rimozione dei tubi in cemento amianto sistematicamente impiegati negli acquedotti dagli anni 60 alla metà degli anni 90 condutture ormai degradate dall’ultradecennale uso e a maggior rischio di rilascio di fibre di asbesto. La Regione Puglia coinvolta da Contramianto a tutti i livelli istituzionali tace. Un’assenza di risposte sul monitoraggio delle fibre di amianto in acqua per il quale nella Legge Regionale 2016 furono previsti in Bilancio centomila euro risorse delle quali ad oggi non vi è traccia, almeno ai cittadini non è dato sapere nè dell’effettiva disponibilità dello stanziamento nè degli eventuali esiti. CONTRAMIANTO attenta alla vicenda della possibile contaminazione amianto in acqua ha chiesto ripetutamente alla Regione Puglia di fare chiarezza richiedendo da fine aprile 2020 risposte su “ESITO monitoraggio della qualità delle acque ad uso potabile delle condotte di cemento-amianto nel territorio della Regione Puglia campionamento di acque potabili mirati alla ricerca di fibre di amianto di cui alla REGIONE PUGLIA LEGGE REGIONALE 30 dicembre 2016, n. 40 “ coinvolgendo AQP e tutti gli organi regionali dal Presidente , all’Assessore all’Ambiente , da ARPA , alle ASL Territoriali , ai Consiglieri Regionali e contattando anche direttamente il Consigliere che in Regione Puglia aveva presentato l’emendamento ed ottenuto le risorse per quel Monitoraggio, un Monitoraggio di amianto in acqua del quale nessuno sa e sul quale nessuno risponde. Da aprile ad oggi sono trascorsi cinque mesi , quattro pec , decine di telefonate senza risposte , solo segreterie che scattano ed alle quali abbiamo lasciato messaggi senza essere richiamati. Zero risposte dalle Istituzioni della Regione Puglia mentre la sola AQP ha chiarito la questione esprimendo il suo punto di vista ma non fornendo dati storici sui livelli di inquinamento di fibre di amianto in acqua nè sulla presenza delle tubazioni in eternit cemento-amianto nella Rete idrica pugliese nè indicando storicamente le bonifiche effettuate e l’attuale situazione delle tubazioni in eternit suddivise per provincie e per comune. Riteniamo doveroso da parte della Regione Puglia rendere fruibili le informazioni ai cittadini pubblicando tutti i dati sui monitoraggi di amianto in acqua con i relativi numeri delle fibre cancerogene idrodisperse e tutta la documentazione amianto e acquedotto rendendo finalmente trasparente l’amministrazione pubblica al servizio dei cittadini.