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Bari: arrestato per estorsione un addetto alla riscossione di bollette dell’elettricità

carabinieri

Alla fine si è rivolto ai carabinieri un imprenditore barese, titolare di un’azienda di lavorazione marmi, esasperato dalle ripetute richieste di denaro da parte del responsabile di un punto distribuzione di energia elettrica della città. In manette con l’accusa di estorsione aggravata è finito un uomo di 39 anni, originario di Napoli e incensurato.

La vicenda nasce alla fine del 2013 quando l’imprenditore, in serie difficoltà economiche, dopo un lungo contenzioso, non riesce più a pagare la bolletta della elettricità e si vede tagliata improvvisamente la fornitura. Seguono ulteriori contatti, bollette, rateizzazioni, ma la crisi continua e per l’imprenditore il piano di rientro proposto dalla società di gestione risulta troppo oneroso. Così il mese scorso, si reca a uno sportello al pubblico per cercare una soluzione che gli consenta di continuare la propria attività, magari pagando il pregresso con rateizzazioni più favorevoli. È lì che si vede rispondere con una frase inquietante: “…nessuno fa niente per niente…”.

Non ci vuole molto prima di arrivare alla richiesta di denaro sottobanco. La vittima tira fuori tutto quello che ha in tasca, 300 euro, e li consegna al responsabile che, non contento, ne chiede altri 200 per il pomeriggio. L’imprenditore è combattuto ma non ha scelta: se vuole continuare a lavorare deve pagare, e così consegna il resto della somma. L’elettricità viene riallacciata, il lavoro può continuare.

Sembra tutto risolto ma non passa molto prima che arrivino altre comunicazioni ufficiali che annunciano l’imminente distacco dell’erogazione di elettricità per morosità. L’imprenditore si reca nuovamente dal responsabile della società di gestione e riceve un’ulteriore richiesta di 500 euro in contanti. È disperato e preleva gli ultimi 200 euro che gli rimangono e li consegna al responsabile che insiste: serve tutta la somma, altrimenti niente corrente.

La rabbia e la disperazione prevalgono e convincono l’imprenditore a recarsi dai carabinieri della Compagnia di Bari-Centro dove denuncia tutta la storia. Viene informata la Procura della Repubblica e il pm di turno assume la direzione delle indagini. I carabinieri preparano una consegna ‘controllata’ dell’ultima somma richiesta. Le banconote vengono fotocopiate, 6 pezzi da 50 euro. Alle 9 di mattina scatta l’operazione a cui partecipano anche i responsabili della sicurezza dell’azienda, non meno interessati dei carabinieri a fare luce sull’accaduto.

La vittima si presenta allo sportello di via Capruzzi, nel centro di Bari, entra e consegna 300 euro, divisi in sei banconote da 50. Pochi minuti e irrompono i militari. Il responsabile del centro capisce che non c’è nulla da fare e senza opporre resistenza tira fuori dalla tasca la mazzetta appena riscossa. L’arresto è stato convalidato e le accuse confermate. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto i domiciliari (ADNKRONOS)

 


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