Di Francesco Santoro:
Allarme sugli effetti della diffusione del Covid-19 in Italia: a lanciarlo è la Caritas in occasione della Giornata mondiale di contrasto alla povertà. «Il nostro Paese registra nel secondo trimestre del 2020 una marcata flessione del Pil; l’occupazione registra un calo di 841mila occupati rispetto al 2019; diminuisce, inoltre, il tasso di disoccupazione a favore però di una vistosa impennata degli inattivi, cioè delle sempre più numerose persone che smettono di cercare lavoro- si legge nel rapporto della Caritas-. Sembra dunque profilarsi il tempo di una grave recessione economica che diventa terreno fertile per la nascita di nuove forme di povertà, proprio come avvenuto dopo la crisi del 2008».
In un anno «l’incidenza dei “nuovi poveri”» è passata «dal 31% al 45%: quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa; cala di contro la grave marginalità». Ma a far tremare i polsi è soprattutto il raffronto con la crisi economica del 2008. «Il numero di poveri assoluti è più che doppio rispetto al 2007, alla vigilia del crollo di Lehman Brothers». La pandemia da Coronavirus «secondo i dati pubblicati da Banca d’Italia- osserva la Caritas-, nei mesi di aprile e maggio, ha provocato una riduzione di reddito per la metà delle famiglie italiane, anche tenendo conto degli eventuali strumenti di sostegno ricevuti; addirittura per il 15% del campione il calo è di oltre la metà del reddito complessivo».