Maurizio D’Amico, trenta anni, originario di Copertino, fu strangolato in casa, in Svizzera. La testa in una busta di pladtica, il letto con il cadavere incendiato. Secondo l’accusa ad ucciderlo fu il coinquilino Rocco Pierri, oggi 45enne, di Miggiano. L’omicidio avvenne a settembre 2001. Pierri fu bloccato dodici anni dopo nel Salento, era in auto con una donna. Si risalì a lui, per sbloccare un caso fino ad allora irresolvibile, grazie al dna.
Dopo 19 anni dell’omicidio si è concluso il primo grado del processo in Corte d’Assise a Lecce. Rocco Pierri è stato condannato all’ergastolo.