Di Francesco Santoro:
«Se la situazione si dovesse aggravare nei prossimi mesi, tutti i reparti di rianimazione della provincia» di Lecce «saranno dedicati» ai pazienti Covid. Ad affermarlo è l’Asl salentina, che annuncia cambiamenti. Per mettere a disposizione» del Dea dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, «più medici e infermieri specializzati è stato chiesto, su base volontaria, un aiuto al personale medico e infermieristico dell’Unità operativa anestesia e rianimazione del presidio ospedaliero di Scorrano» recita una nota stampa. Nel nosocomio della cittadina leccese sono stati sospesi «solo i ricoveri in terapia intensiva provenienti da altri presidi, considerato che non ci sono molti pazienti no Covid da ricoverare in Rianimazione- comunica l’Asl-. Rimane garantita nell’ospedale tutta l’attività anestesiologica e di terapia Intensiva post operatoria per i pazienti ricoverati e per coloro che saranno ricoverati nella struttura nei prossimi giorni».
Intanto da Alberobello giungono finalmente buone notizie. «Tutti gli anziani ospiti della casa di riposo», dove nelle scorse settimane è divampato un micidiale focolaio al quale sono legati 12 decessi, «sono negativi al Covid-19. Anche i due anziani ospiti che presentavano ancora tracce di positività, sono risultati negativi all’ultimo tampone effettuato nei giorni scorsi- annuncia il sindaco Michele Longo-. Ci stringiamo con un abbraccio virtuale attorno a tutti gli anziani, alle famiglie e ai 12 ospiti che non ce l’hanno fatta a vincere questa battaglia e ai loro parenti a cui rinnoviamo il nostro cordoglio e la loro vicinanza nella consapevolezza che solo restando uniti nel rispetto delle regole potremo superare questa pandemia».
Aumenta la pressione sugli ospedali della Puglia. A rivelarlo sono i numeri relativi ai ricoveri diffusi dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. La percentuale dei posti letto occupati dai pazienti in terapia intensiva è salita al 46 per cento (era del 45 per cento). Mentre la percentuale dei posti letto occupati nella cosiddetta area non critica è del 50 per cento. Ad evidenziare le difficoltà anche il dato relativo all’andamento dei ricoveri in terapia intensiva per 100.000 abitanti: dal 3.3 del 10 novembre si è passati al 5.2 di oggi.