Si faceva consegnare dai migranti denaro e oggetti preziosi e non solo oggetti pericolosi o armi: una condotta particolarmente riprovevole che è costata ad un militare in servizio nel Salento una sanzione disciplinare di nove mesi, confermata anche in una recente sentenza del Tar di Lecce. Il militare, difeso dall’avvocato Roberto Francioso del foro di Brindisi, si era rivolto al tribunale amministrarivo per contestare l’iter che ha portato l’amministrazione militare di appartenenza a irrogare nei suoi confronti la pesante sanzione disciplinare. Il decreto dirigenziale è stato notificato al militare il 4 agosto scorso ma l’inchiesta formale è stata avviata dal Comandante in Capo della Squadra Navale il 31 gennaio di quest’anno. Nel documento si legge la motivazione della sanzione:
«[il militare] in qualità di componente di un team impiegato nell’ambito dell’operazione <>, violava le consegne ritirando, durante le operazioni di controllo sulle persone, anche il denaro e gli oggetti preziosi nella disponibilità dei migranti, anziché limitarsi a ritirare armi e oggetti pericolosi». In particolare, l’Amministrazione ha stigmatizzato la condotta «particolarmente grave e riprovevole, specie in quanto posta in essere ai danni di persone bisognose di aiuto e assistenza, tra le quali donne e bambini, in aperto e radicale contrasto con le più elementari regole umanitarie e del mare nonché con i doveri fondanti della Forza Armata e del Corpo di appartenenza, pertanto del tutto inaccettabile da parte di un militare professionista».
Il militare ha contestato la tempisitica dell’inchiesta e della successiva sanzione ma il Tar non ha rilevato errori in queso senso anche alla luce dei decreti per l’emergenza Covid che fecero slittare tutti i termini dei procedimenti disciplinari del personale delle amministrazioni pubbliche fino al 15 maggio 2020. (leccesette.it)