Di Francesco Santoro:
«Apprendo che il sottosegretario Rossano Sasso (esponente pugliese della Lega ndc) ha un nuovo collaboratore al ministero dell’Istruzione. È un docente imputato in un procedimento penale per diffamazione reiterata a mezzo stampa e minacce gravi». Ad affermarlo è l’ex ministro Lucia Azzolina, che ha affidato il suo messaggio di accusa a Facebook. Secondo la ricostruzione dell’esponente del Movimento 5Stelle, l’uomo avrebbe «trascorso gli ultimi due anni della sua vita ad insultarmi pubblicamente, fomentare aggressioni verbali e allusioni sessuali. Minacciarmi di morte». E avrebbe «provato a nascondere i contenuti rimuovendoli dalle proprie pagine, questo -prosegue Azzolina- non gli ha impedito di essere imputato in un processo che inizierà a breve. Ma non è una questione di legalità. O, almeno, non solo. È una questione di opportunità e di civiltà. Questo signore oggi ha responsabilità sul governo della scuola italiana». La parlamentare si chiede infine «se il ministro Bianchi sia a conoscenza del fatto» che quest’uomo «venga assunto nel suo Gabinetto. E cosa ne pensi».
Il rappresentante del Carroccio ha prontamente replicato sui social: «L’onorevole Azzolina non è nuova ad attacchi nei confronti di insegnanti e dirigenti scolastici che hanno manifestato dissenso nei confronti delle sue politiche», afferma Rossano Sasso. Il professore incaricato è un «sindacalista e leader nazionale del movimento dei docenti precari, ha sempre rappresentato una spina nel fianco per l’onorevole Azzolina e per le politiche ostili nei confronti del mondo del precariato. Un simbolo dei diritti dei lavoratori più deboli- commenta il parlamentare leghista-, che ha condotto battaglie evidentemente dure e scomode, che adesso si vorrebbe fare passare come uno stalker e come un molestatore. Il lavoro della magistratura, siamo certi, riporterà fatti e dinamiche nella giusta prospettiva. Ma se qualcuno pensa di intimidire o rallentare l’azione di governo, volta alla giusta ripartenza della scuola e all’eliminazione del precariato, si sbaglia di grosso».