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Cerignola: uno spot “per ridare fiducia e speranza alle donne vittime di violenza” Rete Oltre

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 Di seguito un comunicato diffuso da Rete Oltre:

Entra con passo veloce nella stanza. Si siede sul letto. E’ sconfortata, glielo si legge sul volto, in quelle mani che si porta davanti agli occhi. Non sa cosa fare. Guarda nel vuoto, forse cerca qualcosa, una speranza, la forza per uscire dalla sua paura. Dalla violenza di cui è vittima. E si rivede bambina, quando pensava che ci fosse sempre una super eroina pronta ad aiutarla quando era triste, quando le cose non andavano bene. Ma ora che è adulta non ha bisogno di super-eroine che l’aiutino, ma deve trovare la forza in se stessa per rivolgersi ad una rete di persone pronte ad ascoltarla, sostenerla, comprenderla. Come l’equipe del Centro Antiviolenza dell’Ambito di Cerignola “Titina Cioffi”, che nei locali di Via Recanati 52 a Cerignola, accoglie tutte le donne vittime di violenza che possono rivolgersi al CAV per essere ascoltate, aiutate, comprese e supportate per uscire dalla spirale di violenza e riprendere un percorso di autonomia e di fiducia.

Lo spot realizzato da Oltre / la rete di imprese insieme a JRS Studio Cinema nasce per sensibilizzare la comunità su un fenomeno ancora troppo presente nei nostri territori, per lanciare un messaggio di libertà e speranza per tutte quelle donne vittime di una violenza che può avere tante facce: fisica, psicologica, economica, stalking, molestie, abusi sessuali, mobbing. Il video – che rientra tra gli interventi di comunicazione previsti dal progetto “Un’altra vita” candidato dal Comune di Cerignola e finanziato dal PON LEGALITA 2014-2020 ASSE 3-Linea di Azione3.1.1. – è stato presentato ieri in occasione del convegno “Un’altra vita”. Nel corso dell’incontro il CAV “Titina Cioffi” dell’Ambito Territoriale di Cerignola, gestito dalla Cooperativa sociale Ferranti Aporti di Brindisi, ha raccontato le attività fin qui svolte dal 2016 ad oggi a servizio delle vittime di violenza dei comuni di tutto l’Ambito: Cerignola, Ortanova, Carapelle, Ordona, Stornara e Stornarella.

«Ogni donna viene accolta nel massimo rispetto della segretezza e della riservatezza. L’ascolto è la prima azione concreta per affrontare e risolvere una situazione di violenza. Occorre superare quel senso di impotenza che si trova di fronte al proprio aggressore. Ogni donna ai suoi tempi, va ascoltata, compresa, ed accompagnata in un percorso affinché possa vivere una vita autodeterminata – ha detto Francesca Cafarella, Responsabile del CAV Titina Cioffi – Cooperativa Ferrante Aporti – . Per quanto riguarda i numeri, dal 2016 ad oggi il CAV ha registrato 200 accessi, 500 contatti telefonici al numero verde, 62 prese in carico, 9 donne sono state inserite in una Casa Rifugio, in 20 hanno avuto accesso a borse lavoro o a progetti di formazione professionale. Però dal 2019 al 2021 ci sono stati 8 casi di femminicidio, e questo è un dato importante, drammatico. La violenza di genere è un fenomeno culturale che affonda le sue radici nella struttura patriarcale della nostra società e che legittima questo tipo di violazioni basandosi sull’idea “naturale” dell’inferiorità della donna rispetto all’uomo». Per questo, è necessario avviare percorsi di cambiamento culturale nelle famiglie, nelle scuole, nelle comunità, nei contesti educativi per contribuire a migliorare il linguaggio, la mentalità, il rispetto dei diritti e contrastare stereotipi e discriminazioni.

Durante il convegno è stato anche affrontato il tema del riuso dei beni confiscati alla mafia come luogo in cui praticare concretamente azioni di inserimento sociale e lavorativo per le persone che vivono in condizioni di fragilità. La nuova sede del CAV “Titina Cioffi”, grazie al progetto approvato e portato avanti dalla Commissione Straordinaria del Comune di Cerignola, prende posto all’interno di immobili confiscati alla mafia e facenti parte del patrimonio indisponibile del Comune di Cerignola tornati a disposizione della comunità attraverso il loro utilizzo sociale, così come previsto dalla legge 109/96. Il CAV è intitolato a Titina Cioffi, insegnante della scuola dell’Infanzia, vittima di femminicidio nel 2013.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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