L’India, Paese enorme e meraviglioso. Paese in cui, però, avvengono anche cose enormemente orribili (è delle ultime ore: nel Bengala, lo stupro e l’assassinio di una bimba di otto anni impiccata a un albero). L’India, alle prese anche con queste due cose orribili, trattiene due italiani, li accusa di omicidio, e non parla di questo con l’Italia. Almeno per ora.
Nessuna trattativa diplomatica. Tocca agli avvocati, per ora. Doccia fredda per l’Italia, dall’India, sul caso dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Il portavoce del nuovo governo indiano ha fatto un ragionamento di questo genere: poiché c’è una vicenda giudiziaria in corso, non è il momento delle diplomazie. Questo l’esito della valutazione fra i ministri dell’Interno e della Giustizia dell’India.
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono trattenuti in India da due anni e mezzo, per avere ucciso (secondo l’accusa) due pescatori scambiati per pirati. I due militari italiani erano a bordo di una nave civile, per un servizio di sicurezza antipirateria. Il governo italiano ha cercato di internazionalizzare la crisi, mettendo appunto in moto le diplomazie. Ma quello che arriva ora dall’India è uno stop.
A meno che un mezzo di sblocco della vicenda, un mezzo più agevole di quello diplomatico e di quello giudiziario, non sia rappresentato, anche in prospettiva, dagli interessi economici indiani verso l’Italia: vedi Arcelor-Mittal nei confronti dell’Ilva, ad esempio.