Di Francesco Santoro:
«La prossima assemblea» di istituto avrebbe dovuto essere «incentrata su un caso molto triste come quello di Malika» Chalhy, la 22enne di Castelfiorentino che ha reso noto di essere stata allontanata da casa e insultata dalla famiglia a causa del suo orientamento sessuale, ma la «nostra scuola» ha affermato che per affrontare «certe tematiche come l’omosessualità occorre avere il consenso di tutti i genitori». Così quattro studenti del liceo “Tito Livio” di Martina Franca, che hanno affidato una garbata ma ferma protesta a Instagram. «Come si pensa – si chiedono gli alunni- di poter formare la prossima classe dirigente se ci insegnano l’indifferenza per paura di scatenare del malumore in una nicchia di persone?». La «libertà-si legge sui social- è sacra in ogni sua forma e noi studenti dovremmo esseri liberi di parlare di qualsiasi tema».
Il preside Giuseppe Semeraro replica sostenendo di non aver negato questa possibilità: «Non è corretto asserire che la scuola ha detto no all’iniziativa proposta da alcuni studenti- commenta il dirigente-. È fondamentale tutelare la libertà di tutti, nel caso specifico il diritto dei genitori degli alunni minorenni che non vogliono che certi temi si affrontino. E occorre, quindi, rispettare il punto di vista altrui. Ragion per cui- prosegue- ho fatto presente che occorreva il permesso dei padri e delle madri dei loro compagni: la scelta deriva dalla necessità di rispettare le opinioni altrui, nessuno escluso».