Di Francesco Santoro:
Il Collettivo studentesco 080 interviene sulla vicenda del liceo “Tito Livio” di Martina Franca. Nei giorni scorsi il dirigente scolastico, rispondendo a una precisa richiesta di quattro studenti, ha deciso che l’assemblea di istituto incentrata sul caso di Malika Chalhy, la 22enne di Castelfiorentino che ha raccontato di essere stata cacciata di casa dalla famiglia per via della sua omosessualità, si sarebbe tenuta, in questa circostanza, solo se tutti i genitori degli alunni avessero dato il permesso. «Dinanzi a tutto questo, la scuola sceglie di nascondersi dietro alla volontà di ricevere il consenso scritto dei genitori per affrontare determinate tematiche. Un eccesso di burocrazia- si legge nella nota del Collettivo 080-. Ancora una volta l’istruzione pubblica abbandona l’obiettivo di formare cittadini attivi, preferendo delegare ai genitori» ogni scelta quando sono in ballo «anche solo lontanamente argomenti» che sfiorano «la sessualità dei figli. Crediamo in una scuola laica per questo siamo al fianco di tutti gli alunni del “Tito Livio”».
Il preside, dal suo canto, ha precisato che «la scuola non ha negato l’iniziativa proposta da alcuni studenti», asserendo che a guidarlo nella scelta è stato solo un principio di libertà e nello specifico «il diritto dei genitori degli alunni minorenni che non vogliono che certi temi si affrontino. Ragion per cui- ha proseguito il dirigente- ho fatto presente che occorreva il permesso dei padri e delle madri dei loro compagni: la scelta deriva dalla necessità di rispettare le opinioni altrui, nessuno escluso».
