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Taranto: solo “un breve saluto” del sottosegretario, ai sindacati del personale civile della Marina non va bene Le questioni da porre

arsenale taranto

Di seguito un comunicato sindacale:

Le OO.SS. territoriali CGIL FP, UIL PA, FLP DIFESA, CONFSAL-UNSA, stante le notevoli carenze di organico di personale civile e le
situazioni di sofferenza organizzativa che presentano oggi tutti gli enti della Difesa dell’area tarantina, avevano accolto con
favore la visita in Arsenale della SSS alla Difesa sen. Stefania Pucciarelli, con delega proprio per le questioni afferenti la Marina
militare, nonché la disponibilità a incontrare le OOSS. Abbiamo appreso che il protocollo prevedeva, per il g. 13/05/2021, solo un
breve saluto unilaterale. Grazie, no. Avremmo gradito un confronto aperto e costruttivo sulle problematiche della Difesa sul territorio che hanno e avranno ricadute sempre più negative in assenza di interventi seri e assunzioni vere: basta vuote promesse!
Come è noto, la continua riduzione del personale civile, per fuoriuscite a vario titolo, accompagnata dalla mancanza
di ripianamento degli organici con delle assunzioni in tutti gli Enti (non sono state bandite neanche quelle straordinarie già
autorizzate da precedenti leggi), fa registrare una progressiva crescita delle carenze di profili professionali tecnici, ora anche amministrativi, a tal punto che, più passa il tempo e più sono a rischio di sostenibilità tutte le attività lavorative, legate alle missioni di manutenzioni e supporto alle UU.NN. dei singoli Comandi/Enti del territorio di Taranto, sia dell’area industriale, che dell’area tecnico-operativa nonché tecnico-amministrativa. L’emorragia di personale diventa sempre più drammatica e non risultano risolutive le scelte effettuate dalla F.A. di assegnare ex militari transitati all’impiego civile, a causa delle difficoltà nel poterli impiegare proficuamente per l’inadeguatezza, spesso, dei profili professionali loro assegnati, che mal si coniugano con competenze pregresse e i problemi di salute che li ha condotti a lasciare il servizio militare.
Tale situazione, porta talvolta alcuni responsabili di Enti/Comandi (pressati dalla necessità di trovare soluzioni
tampone, dichiarano) a fare scelte unilaterali e ad adottare soluzioni molto discutibili e sicuramente non sostenibili nel tempo.
Soluzioni che pesano sulle attività tecniche e manutentive e rischiano di favorire ipotesi di esternalizzazioni (e non con l’indotto locale) e non salvaguardano nemmeno attività utili al territorio come quelle del Reparto Reti dell’Arsenale, del Ponte Girevole gestito da Marigenimil, dell’Ufficio Operazioni Portuali di Maristanav, ecc..
Queste OOSS sono decisamente contrarie a un percorso che rischia di trasformare Enti/Comandi in Centrali di Appalto, sfalsando gli equilibri sul territorio, con meno attività di dipendenti pubblici e più lavoro per le Imprese Private (non
sempre locali), e facendo lievitare le spese di F.A. e di Ministero (con le esternalizzazioni). Le criticità che si stanno
presentando, sono così numerose che le scriventi OO.SS. non ritengono si possa intervenire, di volta in volta, aumentando le
carenze e le difficoltà di una attività a favore di un’altra, in assenza di una prospettiva d’insieme, partecipata e condivisa preventivamente con le parti sociali.
Da anni, (un ventennio !!?), Rsu e OOSS territoriali portano avanti le loro rivendicazioni tese a potenziare le attività
dell’Arsenale, sostenendo un piano di ammodernamento e di assunzioni (cd. Piano Brin) finalizzato a salvaguardare la sicurezza del naviglio, ma anche con la prospettiva di sviluppare un tessuto socio economico che abbia una visione d’insieme: dal recupero delle scuole di mestiere interne, a un dialogo, per la formazione di figure specialistiche, con le scuole universitarie di ingegneria,
precipuamente navale, certo, ma anche ingegneria edile, meccanica, o chimica, biologia…; dai rapporti con i servizi e l’indotto locale, all’interazione con la grande industria navalmeccanica, con un duplice scopo: sia per dare impulso alla cantieristica, non solo militare , sia per allargare le competenze/conoscenze delle maestranze aziendali; e con gli interventi opportuni ci potrebbero essere convenzioni con istituti sia culturali che di credito.
Il 4 giugno 2020 le OOSS hanno avuto un incontro con il Comando Logistico della M.M., relativo al piano industriale integrato per il quinquennio 2020/2025 condiviso anche dallo Stato Maggiore Marina, in cui l’Amm. Serra ha denunciato la criticità di tutti gli Arsenali, paventando il rischio di un collasso, qualora non si recuperi, in tempi brevi, forza lavoro. Un collasso dal quale sarebbe impossibile riprendersi. Inutile sottolineare che le conseguenze nefaste coinvolgerebbero, con effetto domino,
non solo altri Enti e/o Comandi presenti nei territori interessati, (la cui funzione è spesso legata a doppio filo con gli arsenali, per attività di supporto e/o complementari), ma anche le stesse aziende locali, che collaborano con Arsenali e Comandi. Il progetto industriale della Marina Militare conferma la necessità di mantenere ed implementare in house la capacità manutentiva delle unità navali, tradizionalmente affidata ai tre poli industriali, ma la condiziona, oltre che alla formazione dei lavoratori verso le
nuove tecnologie, alla stabilità dei flussi finanziari destinati alle infrastrutture e alle innovazioni tecnologiche, nonché al
ripianamento imprescindibile delle risorse umane, senza le quali -viene precisato- il collasso sarà inevitabile.
Anche la Commissione Difesa del Senato, con la presidenza della sen. Garavini, ha manifestato attenzione agli stessi
temi che da anni queste OO.SS. rappresentano e ha votato il 23 giugno 2020, una risoluzione con cui impegna il governo, tra l’altro, a:
1. “considerare gli investimenti per il rilancio dell’area industriale della Difesa come possibile importante volano per la
ripresa economica del Paese dopo la grave contrazione determinata dall’emergenza Covid-19”;
2. “proseguire, anche con un piano straordinario, gli interventi avviati per l’assunzione di nuovo personale qualificato, con profili tecnici e amministrativi, considerando anche la possibilità di utilizzare modalità innovative di assunzioni fondate su percorsi formativi specifici, in collegamento diretto con le realtà istituzionali, industriali, universitarie e scolastiche dei territori”;
3. “valutare una rimodulazione della tempistica di applicazione della legge n. 244 del 2012”. “così da evitare di disperdere ulteriormente l’alto e qualificato patrimonio professionale fin qui maturato da quelle persone ormai prossime all’uscita”;
4. “garantire un generale rinnovo infrastrutturale delle strutture, in particolare dei poli di mantenimento e degli arsenali…”
5. “in riferimento alla specifica realtà degli arsenali, a valutare la possibilità di re internalizzare le attività a medio contenuto tecnologico (con possibili significativi contenimenti di spesa)”.
Nell’ultimo quinquennio un Ministro e diversi Sottosegretari sono venuti in questo Arsenale, hanno incontrato noi e la Direzione, hanno assunto impegni e hanno compreso l’importanza del ruolo pubblico degli Arsenali, ovvero di mantenere in house le attività tecniche che garantiscono alla Marina e allo Stato autonomia, prontezza d’intervento e
calmiere economico; hanno compreso l’esigenza:
• di superare la 244/2012 nella parte che ingessa la quantità di forza lavoro;
• di fare assunzioni attraverso corsi concorsi, affinché le nuove leve possano avere il tempo di formarsi in modo
appropriato su strumenti, impianti e apparati;
• di individuare soluzioni alternative e più rispettose delle aspettative degli ex militari e degli Enti/Comandi;
• l’indispensabilità di acquisire il Know How dalle ditte costruttrici di motori, impianti, apparati e strumentistica navale e sommergibilistica di nuova generazione;
• la sinergia, che può crearsi col territorio, con le scuole di formazione, il riciclo dell’acciaio, e l’attività di permuta.
E mentre le assunzioni continuano a tardare ed i problemi aumentano negli Enti dell’area di Taranto, il SSS alla Difesa
sen Pucciarelli non ha tempo per ascoltare i rappresentanti dei lavoratori civili della Difesa. Noi non abbiamo più tempo,
nemmeno per salutarla!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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