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Il Consiglio di Stato si riserva la decisione. Con i manifestanti a Roma il sindaco di Taranto Palazzo Spada, udienza terminata poco dopo mezzogiorno

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Stando a quanto riferisce ilcorrieredelgiorno la decisione del Consiglio di Stato sarà resa nota nelle prossime settimane. I giudici di Palazzo Spada, terminata l’udienza poco dopo mezzogiorno, si sono riservati la decisione in merito al ricorso di Arcelor Mittal (si è affiancato il ministero della Transizione ecologica) avverso la sentenza del Tar sulla decisione del sindaco di Taranto. Il quale, con un assessore comunale, oggi è in piazza a Roma con i manifestanti.

Di seguito un comunicato diffuso dal Comune di Taranto:

Oggi il Sindaco Rinaldo Melucci e l’Assessore all’Ambiente Paolo Castronovi hanno manifestato a Roma davanti a Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, in attesa degli esiti dell’udienza relativa al ricorso di ArcelorMittal e del Governo contro la sentenza del TAR Puglia Sez. di Lecce dello scorso mese di febbraio, che dava in sostanza ragione al primo cittadino ionico in relazione alla richiesta di spegnimento dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto.
«Ci aspettiamo che il Consiglio di Stato tuteli i diritti costituzionali ed inalienabili dei cittadini tarantini, prima e meglio degli interessi delle grandi lobby industriali – ha dichiarato il Sindaco Melucci -, è uno spartiacque morale e anche strategico per l’Italia intera e il suo sistema economico. Gli altiforni si stanno spegnendo in tutta Italia e in tutti i paesi civili e moderni, per questo torniamo a chiedere al Governo un urgente tavolo per un accordo di programma che possa gestire questa evoluzione. Senza la tutela della salute ed una vera e coraggiosa transizione ecologica, tecnologica ed energetica, il PNRR sarà soltanto una farsa. L’ex Ilva può essere, in termini di credibilità, la “Caporetto” del Governo Draghi, e la certificazione di un grave declino dell’umanesimo italiano. O al contrario, può rappresentare l’inizio di una nuova epoca di ripartenza e resilienza. Vedremo se il carbone e l’acciaio valgono più della vita umana nell’Italia del ventunesimo secolo. Di certo, qualunque sia l’esito dell’udienza odierna, Taranto non si arrende e continua la sua battaglia per la vita».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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