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Massafra: mostra “Stratigrafie”, inaugurazione "Vicoli corti"

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Di seguito un comunicato diffuso dagli organizzatori:

Ripercorrere luoghi e sensazioni, pietre e basolati, pellicole e visioni. Se il cinema indaga spesso il sottile rapporto tra immagine e storia, entrerà ancor più nel vivo della questione una mostra come «Stratigrafie. Documenti / Memorie /Luoghi» che il festival «Vicoli Corti – Cinema di periferia» di Massafra organizza tra le attività dell’edizione 2020-2021, in un progetto coprodotto dall’associazione culturale «Il Serraglio» e il Teatro delle Forche. L’appuntamento inaugurale si svolgerà sabato 22 maggio (con replica domenica 23), nel Quartiere Gesù Bambino di Massafra, in due turni orari – alle 18.00 e alle 19,30 – in cui saranno organizzati altrettanti tour in presenza, con il pubblico che sarà guidato durante l’esposizione (partenza dal Teatro Comunale di Piazza Garibaldi, posti limitati e prenotazione obbligatoria, costo simbolico dei biglietti a 1 euro, info e dettagli: 349.729.10.60, tutto si svolgerà in ottemperanza della normativa di contrasto alla diffusione del contagio da Covid-19). Le installazioni fotografiche saranno visibili fino al 22 agosto.

«Stratigrafie» è un evento site specific in cui le tracce del passato incontrano le visioni del contemporaneo, con l’interazione tra installazioni fotografiche e una performance teatrale itinerante: a partire dai dettagli e ritagli di due scatti del celebre fotografo lombardo Angelo Novi sul set massafrese del film «Il Vangelo secondo Matteo» (1964) di Pier Paolo Pasolini, si stratificano immagini del contemporaneo. In un evento che vedrà dialogare in virtuosa sinergia la fotografia – con le immagini del fotografo Cosimo Calabrese – e la performing art, a cura dell’attrice Erika Grillo. L’evento è legato al progetto editoriale del catalogo «Massafra, la Cafarnao pasoliniana. Foto di scena di Angelo Novi sul set de Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini» (il volume sarà presentato a fine maggio).

 

L’indagine fotografica di Calabrese parte da tracce fisiche e testimonianze orali, per poi svilupparsi come riflessione su frammentarietà e parzialità dei media: indagando il rapporto tra fotografia e cinema, e analizzando la continua intersezione semantica tra documento, memoria e luogo. Un’accumulazione – tra memoria e presente – che prenderà la forma di un’installazione artistica a cielo aperto: la mostra fotografica en plein air sarà infatti accompagnata dalla performance teatrale itinerante «PPP_ Passi Per Piazze», con protagonisti gli attori Giorgio Consoli, Erika Grillo e Giancarlo Luce, insieme agli allievi attori del laboratorio teatrale «Legami sul Palco». Sarà un evento che riporterà lo spettatore a «ritornare all’esperienza del camminare insieme – spiega la compagnia Il Teatro delle Forche -, ritrovarsi nella pratica dell’ascolto, rinnovare la fiducia del lasciarsi condurre. Un abbraccio di voci che ci entrano nella testa, alcuni corpi in lontananza, altri più vicini».

 

«A sentire le persone che abitano a Massafra – afferma il fotografo Cosimo Calabrese -, Pier Paolo Pasolini non è mai stato da queste parti. Si conserva la memoria del passaggio di Annibale con il suo esercito e si sa pure qual è la casa dove Napoleone ha dormito per una notte. Ma se chiedi in giro di Pasolini c’è chi si fa una risata e ti prende per pazzo, e chi taglia corto e giura che PPP non ha mai messo piede in paese. Esiste un testo in cui Pasolini descrive Massafra. Un testo che però, forse, parla di Alberobello. Esistono le fotografie di Angelo Novi sul set de “Il Vangelo secondo Matteo”. Ma quel posto è davvero Massafra o, in realtà, Cafarnao? L’indagine fotografica parte dal conflitto tra le tracce fotografiche e bibliografiche, oltre alle testimonianze orali, per svilupparsi come riflessione su frammentarietà e parzialità dei medium fotografia e cinema e sul rapporto tra documento, memoria e luogo. L’installazione è quindi un tentativo di stratificare i frammenti di memoria delle fotografie di Angelo Novi sul set del film, con le testimonianze orali e le voci di paese».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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