Possesso di armi anche da guerra con relativo munizionamento. Droga. Estorsioni. Metodo mafioso. Contestazioni a vario titolo per i diciassette arrestati nell’operazione della polizia a Taranto. Operazione chiamata Japan perché il ritenuto capo dell’organizzazione operante prevalentemente fra il quartiere Paolo VI è la città vecchia è un pregiudicato dal soprannome Giappone. Oltre ai diciassette arrestati, otto denunciati.
Due imprenditori di Brindisi e uno di Lecce sono stati arrestati (uno è finito ai domiciliari) su disposizione del gip Maurizio Saso con l’accusa di bancarotta e truffa aggravata ai danni dello Stato. Stando all’attività investigativa, i tre avrebbero utilizzato risorse societarie per effettuare viaggi, acquistare opere d’arte e auto di lusso. La presunta distrazione ai danni dello Stato e dei creditori ammonterebbe a oltre 4,5 milioni di euro.
Sotto sequestro sono finite anche due compagnie operanti nel settore della componentistica aerea, la Processi Speciali srl, dichiarata fallita, e la M.p.s. srl. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto di Brindisi, Antonio Negro, sono state effettuate dagli uomini della Guardia di finanza.