Gli esami di Stato, una formalità. Soprattutto alla fine di un anno scolastico così problematico, cosa potranno mai essere.
Opinione piuttosto generalizzata, da abbinare oltretutto a quella sui ragazzi che fanno assembramenti, non rispettano regole, sono irresponsabili e tutto il resto del corredo di pregiudizi.
Senonché nei giorni scorsi un professore di informatica, Donato Oliva, descriveva durante una chiacchierata cosa sarebbe stato l’esame di maturità: dei suoi alunni e di tutti gli altri. Una cosa ben diversa dalla formalità perché in un’ora al massimo il maturando deve far capire le sue competenze in tema di didattica e deve far capire se sia pronto per il mondo oltre la scuola. Se sia, appunto, maturo.
In particolare oggi, nell’istituto “Ettore Majorana” di Martina Franca, i candidati da esaminare avrebbero presentato elaborati in materia di intelligenza artificiale, da adattarsi ai casi concreti della società, della vita, del territorio anche. Dal riconoscimento della lingua dei segni al sistema per l’alimentazione degli animali in casa.
Chiesto all’insegnante come rendere possibile il racconto di questa esperienza per descrivere quanto sia molto migliore, rispetto allo stereotipo, lo svolgimento di questo esame di maturità, eccoci qua.
In particolare è stato possibile assistere, come testimone, alla presentazione dell’elaborato di Riccardo Semeraro. Presentato in italiano ed in inglese, nel colloquio con gli insegnanti (c’è stato spazio anche per le domande di italiano, quelle di matematica, di educazione civica trattando anche la cittadinanza digitale ecc.). Dunque, lo studente, traendo spunto dal caso della pantera che veniva avvistata in tutta la Puglia nei mesi scorsi e che pantera non era, e traendo spunto dall’emergenza degli assalti agli allevamenti da parte degli animali predatori, ha ideato un sistema. Si chiama Wolf alert. Tramite intelligenza artificiale, il lupo o la volpe o chissà quale altro predatore sia nel territorio del bestiame, viene riconosciuto con un sistema analogo a quello del riconoscimento facciale, originando così un allarme ad ultrasuoni emesso su comando della centrale informatica. L’allarme mette in fuga il predatore. Non solo. Il cumulo di tanti dati di presenza dei predatori permetterebbe anche un tracciamento puntuale dei loro spostamenti. Tutto questo, realizzato da un ragazzo di 19 anni.
Così come ne ha diciannove Alessio Filomena. Ha presentato un sistema di aiuto degli ipovedenti, sempre grazie all’intelligenza artificiale. La “mente” è anche Miki Palmisano, per questo progetto. Funziona così: le due videocamere installate consentono di individuare la presenza di un oggetto, di classificarlo e distanziarlo, cosa che rappresenta un indubbio contributo di sicurezza per la persona ipovedente in movimento.
Pure teorie o concreti risvolti pratici, presentati dagli studenti? Le idee sono molto valide e sono calate nella realtà, finalizzate al soddisfacimento di bisogni, al miglioramento delle condizioni. Chissà che miriade di pezzi di bravura, in questi giorni, si registra negli esami di maturità nel territorio locale, regionale, nazionale. I ragazzi dimostrano che il mondo comincia ad essere già loro. Quanto di meglio si potesse sperare, all’inizio del mondo nuovo. Con un punto imprescindibile: l’istruzione.