In questi giorni è alla ribalta nazionale il dibattito sull’ipotesi di posticipo dell’apertura dell’anno scolastico. L’estate nel suo periodo canonico, dato anche il maltempo, non è stata granché e viene chiesto di prolungare fino a ottobre la stagione turistica, con la conseguenza di uno slittamento dell’avvio delle lezioni. Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha detto che è impossibile.
In Puglia non è una novità, quella di chiedere un prolungamento delle vacanze: Francesco Laddomada, consigliere regionale, già nel 2012 si rivolse all’assessore regionale Alba Sasso. Con la lettera che è di seguito:
La Regione Puglia si pone oggi come una delle realtà turistiche più importanti del Paese. I dati dei flussi turistici nella nostra Regione sono costantemente in aumento, dimostrando il grande interesse che il turismo, sia italiano che europeo ed extraeuropeo, ha nei confronti delle peculiarità e delle bellezze del nostro territorio. Peculiarità riconducibili alla tradizione enogastronomica, alla bellezza delle nostre coste e del patrimonio architettonico e culturale, che fanno della nostra Regione una delle mete più ambite di un turismo che si concentra soprattutto nella stagione estiva.
Del “fenomeno Puglia”, in ambito turistico, si è parlato molto negli ultimi anni; tra politiche, strategie di marketing e campagne di comunicazione. I risultati sono chiari: il turismo pugliese continua a crescere, e questa è una certezza. Un trend positivo che ha portato negli ultimi cinque anni ad un incremento delle presenze del 27%, dato non indifferente se consideriamo che nel tacco d’Italia il comparto dell’industria turistica è la voce numero uno dell’economia regionale.
Gli studi di settore confermano questo dato. L’ultimo, in ordine di tempo, arriva da quello condotto da Toprural “Radiografia del Turista Rurale 2010”, secondo il quale la Puglia, insieme a Toscana e Sicilia, è una delle regioni preferite per il turismo rurale. Benché la Regione ha promosso negli ultimi anni serie politiche per supportare questa vocazione al turismo, si percepisce, anche tra gli operatori turistici ed economici del territorio, la necessità di sopperire ad alcune criticità, attraverso provvedimenti a “costo zero” , per alimentare, invogliare e prolungare il flusso nella nostra Regione ( poli turistici Gargano – Salento – Valle d’Itria).
Questa necessità si alimenta anche considerata la tendenza, ormai consolidata, di un costante aumento dei flussi turistici nel mese di settembre, divenuto il periodo dell’anno preferito per molte famiglie. La nostra Regione, per le sue naturali caratteristiche climatiche, è soggetta ad un clima favorevole, con temperature elevate, che si protrae fino ad ottobre inoltrato. Periodo che non viene valorizzato cl fine di prolungare la stagione turistica, che produrrebbe vantaggi sia da un punto di vista economico, per tutto il comparto, che occupazionale. Vantaggi non solo prodotti da un flusso extraregionale, ma anche da “mobilità” turistica interna, considerato il numero notevole di cittadini pugliesi che posseggono abitazioni rurali nell’entroterra del territorio regionale.
Considerato, altresì, il percorso intrapreso dalla Regione finalizzato alla necessità di destagionalizzare il turismo, stanti le notevoli e positive ricadute economico-occupazionali, sarebbe opportuno modificare il calendario scolastico, con la particolare e fondamentale esigenza di posporre (nei tempi e nei modi previsti dalla normativa vigente) l’apertura dell’anno scolastico nella nostra Regione, così come è previsto in altre Regioni italiane, per consentire alle aziende operanti nel settore turistico, alle realtà commerciali ed economiche, sia balneari che dell’entroterra rurale, di trarre il massimo vantaggio dalle potenzialità che esprime il nostro territorio. Agevolando, tra l’altro, anche le attività propedeutiche ad un più proficuo inizio dell’anno scolastico e dalla vocazione turistica della nostra Regione. Senza tralasciare le positive ricadute, che tale operazione produrrebbe, in termini occupazionali per le migliaia di lavoratori che operano nel settore. Pertanto si ritiene auspicabile che le politiche regionali siano funzionali alle reali esigenze del territorio, e alla vocazione che si intende dare allo stesso, valutando tutte le ipotesi possibili e perseguibili.
La legge predispone, con l’art. 138, lettera D, D.lgs. del 31.3.1998 n° 112, l’attribuzione alle Regioni della determinazione annuale del calendario scolastico per le scuole dell’infanzia, e di primo e secondo grado. Inoltre il comma 3 dell’art.74, D.lgs. del 16 aprile del 1994 n° 297, stabilisce il periodo di inizio/fine scuola dal 1°settembre al 30 giugno.
Vi è inoltre da evidenziare che nella delibera di Giunta regionale n°1002 del 16/6/2011 si afferma che “il calendario scolastico si configura come uno degli strumenti di programmazione territoriale, in considerazione delle ripercussioni che le scansioni temporali previste possono avere sull’organizzazione della vita familiare degli alunni, sui servizi connessi alle attività didattiche e più in generale sulle realtà che vengono direttamente o indirettamente coinvolte con l’attività scolastica”. Appare pertanto evidente che i calendari scolastici devono opportunamente conciliarsi con i contesti territoriali e con le esigenze degli stessi, e le condizioni climatiche più idonee e favorevoli all’apprendimento dei ragazzi.
Aggiungasi, altro fattore di rilievo, che l’inizio dell’attività didattica attualmente in vigore coincide con l’avvio dei progetti PON, che coinvolgono un numero elevato di studenti impegnati in viaggi all’estero. L’assenza di questi studenti, influisce direttamente sui percorsi didattici, considerato che molti docenti preferiscono, opportunamente, attendere che le classi siano al completo per avviare organicamente le attività didattiche.
Fermo restando la necessità di rispettare i 200 giorni previsti dalla normativa vigente (3°comma, art.74, D.lgs. n° 297 del 1994), è da considerare che, dalla stessa deliberazione di Giunta regionale relativa alla predisposizione del calendario scolastico 2012 – 2013, si evince che è stato rispettato un ampio margine temporale rispetto al minimo dei 200gg previsti per l’attività didattica. Pertanto, per quanto suesposto, si chiede di prendere in considerazione l’opportunità di posporre l’inizio dell’attività didattica per le scuole del primo e secondo ciclo di istruzione, statali e paritarie, al 1° ottobre a partire dal prossimo calendario scolastico 2013-2014.