Il settore dell’autotrasporto è in crisi e nel tarantino lo è in maniera particolare. Di seguito la nota diffusa da Biagio Provenzale, responsabile di Trasporto unito Fiap:
Di seguito la nota inviata lo scorso 18 agosto u.s. da TRASPORTOUNITO FIAP segreteria provinciale di Taranto – ad imprese e loro consorzi del territorio per denunciare la grave situazione di crisi che colpisce l’autotrasporto locale. Tale situazione di assoluto disagio scaturisce dal protrarsi del ritardo nei pagamenti da parte di ILVA Spa per i trasporti già effettuati e dal mancato raggiungimento di un accordo per il contratto ENI da parte del gruppo LTS, assegnatario diretto del 50% dei trasporti c/ENI e dell’ulteriore 25% ribaltati in subappalto dai neoaffidatari dei trasporti di prodotti petroliferi, BT TRASPORTI e G&A Spa (cordata Bertani/Gavio).
Tale documento vuole rappresentare un invito alla categoria ad esperire un’azione sindacale di carattere collettivo atta ad ottenere risposte chiare ed immediate e scongiurare il rischio imminente di chiusura per decine di imprese.
Tale documento vuole rappresentare un invito alla categoria ad esperire un’azione sindacale di carattere collettivo atta ad ottenere risposte chiare ed immediate e scongiurare il rischio imminente di chiusura per decine di imprese.
Gentile imprenditore,
la pausa estiva si è rivelata occasione per cogliere, inequivocabili, i segnali di un lento e inesorabile declino delle aziende di trasporto del territorio.
Ne è testimone la recentissima manifestazione organizzata agli inizi di agosto da CONFINDUSTRIA TARANTO “ULTIMA FERMATA”, a descrivere l’ultimo stadio di una malattia apparentemente incurabile vissuta dalle aziende locali, molte delle quali legate a doppio filo alle sorti – ad oggi imprevedibili – dello stabilimento siderurgico ILVA che, nell’onorare giustamente il pagamento delle retribuzioni, dei rimborsi 730 e dei premi di produttività per i propri dipendenti, trascura ormai già da qualche mese l’indotto e, per quanto attiene l’autotrasporto, il pagamento delle competenze dei vettori locali che hanno già sostenuto le spese “vive” (stipendi, gasolio, pedaggi, ecc.) per l’esecuzione dei trasporti.
La manifestazione confindustriale, ad ogni buon conto, ha denunciato una situazione di inerzia delle istituzioni locali verso qualsivoglia riqualificazione in chiave produttiva del nostro territorio; la presenza di tanti trasportatori (e di TRASPORTOUNITO) all’”ULTIMA FERMATA” denota che i presupposti della protesta siano ampiamente condivisi dalla categoria degli autotrasportatori.
A ben vedere, però, l’autotrasporto tarantino (calcando le orme dell’andamento nazionale), soffre una manifesta arretratezza imprenditoriale, oltre che concettuale: mentre i best competitor a livello nazionale ed europeo crescono in fatturato e dimensione, ricorrono all’internazionalizzazione, alla specializzazione/ diversificazione dei servizi offerti, le aziende locali basano la loro strategia competitiva, tout court, sul ribasso (a volte imposto, altre voluto) del prezzo del trasporto, mentre i costi di esercizio aumentano esponenzialmente. Per di più, il capoluogo ionico è terra di conquista per una moltitudine di vettori non residenti che lavorano con i nostri committenti mentre i nostri mezzi sono fermi per carenza di commesse. Inaccettabile!
Per effetto di tali circostanze si è innescata una spirale distruttiva per il settore, apprezzata da qualche “furbo” committente che ha potuto incrementare i suoi margini di guadagno, “sorvolando” distrattamente i diritti di un’intera categoria:
E’ stato leso il diritto di ricevere un equo pagamento per i trasporti effettuati, nonostante la tutela normativa offerta dall’art. 83 bis L. n. 130/2010, recante disposizione sui “costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto” per i quali, pur in attesa dell’imminente sentenza della Corte di Giustizia Europea che si esprimerà sulla loro compatibilità con le direttive europee, diversi fori (Lecce, Pavia, solo per citare gli ultimi in ordine di tempo) si sono già espressi in senso favorevole all’autotrasportatore per l’ottenimento della compensazione per le minori somme pagate dal committente (rispettivamente 70 mila e 460 mila euro).
E’ stato leso il diritto di essere indennizzato per le soste prolungate dei veicoli al carico/scarico, a causa dalle inefficienze logistiche della committenza. Ancora una volta, è una precisa previsione normativa, la D.D. n. 69/2011, a riconoscere l’obbligo del committente di effettuare lo scarico entro 2 ore dall’arrivo del veicolo e di pagare un indennizzo per i tempi superiori di attesa al carico/scarico nella misura di € 40,00 all’ora.
E’ stato leso il diritto alla certezza dei pagamenti con tempi d’incasso, fino a 150 gg., per cause imputabili alle crisi della grande industria o, in altri contesti, dell’operato indegno di sedicenti trasportatori estranei al territorio. Tutto questo, in palese violazione della direttiva comunitaria n. 7/2011 che obbliga il committente, in assenza di deroghe tra le parti, al pagamento delle fatture entro i 30 gg. dal loro ricevimento.
Non si ritiene opportuno, in questa sede, invocare ulteriori interventi a pioggia per il settore da parte del Governo, in quanto le attuali previsioni normative – che di per sé potrebbero già migliorare le condizioni del trasporto – sono puntualmente disattese dagli stessi trasportatori per il timore di perdere le poche commesse rimanenti sul territorio.
Di concerto con le imprese associate, è intendimento della segreteria provinciale di TRASPORTOUNITO FIAP, esperire ogni azione di carattere sindacale utile a sostenere a tutti i livelli (sindacale, istituzionale, industriale) le richieste avanzate dagli autotrasportatori ionici. Già in sede di Consiglio Nazionale lo scorso 19 luglio a Civitavecchia, quale rappresentante per la città di Taranto lo scrivente ha richiesto al Presidente F. Pensiero ed al Segretario Generale M. Longo una particolare attenzione per la città di Taranto, che vive questo momento così drammatico: l’incertezza ILVA, la questione ENI, il ritardo nell’avvio dei lavori di riqualificazione del porto, solo per citare i più noti.
TRASPORTOUNITO FIAP, dal suo canto, prosegue – a livello nazionale – la tutela degli interessi della categoria, ricorrendo al tavolo della concertazione (possibile peraltro a seguito dell’ingresso in CONFETRA, la Confederazione Generale dei Trasporti e della Logistica), sostenendo e richiedendo al Governo una serie di interventi su tematiche di indiscussa validità per l’autotrasporto:
- Forma scritta del contratto di trasporto, come elemento fondamentale di chiarezza nei rapporti tra le parti;
- Trasparenza dei “rating” di legalità” introdotti dalla legge “Cresci Italia”, cui collegare elementi di premialità/penalizzazione nella scelta del partner logistico;
- Certezza dei tempi di pagamento mediante l’introduzione contrattuale di una clausola penale;
- Tracciabilità dei pagamenti per contribuire a contrastare le pratiche illecite;
- Limiti al ricorso alla subvezione, per evitare lo sfruttamento dell’ultimo anello della filiera;
- Promozione di clausole di durata per stabilizzare i rapporti;
- Riconoscimento certo, non negoziabile, del costo del gasolio e dei pedaggi come costi fissi non dipendenti dalle capacità imprenditoriali;
- Semplificazione delle controversie attraverso il tentativo di mediazione presso le Associazioni di categoria mediante clausole arbitrali;
- Razionalizzazione del regime assicurativo della merce trasportata.
Certo che anche tu vorrai far valere i tuoi diritti, ti invito ad aderire alle iniziative di TRASPORTOUNITO FIAP e ti saluto cordialmente.