I minori arrivavano in Italia “attraverso la frontiera marittima di Brindisi, Bari, Ancona e Venezia oppure dalla frontiera aerea di Genova e di Malpensa o, ancora, dalla frontiera terrestre di Trieste secondo un piano criminoso ben architettato” riporta una nota della polizia locale di Torino. Minori albanesi prettamente in età fra i 15 ed i 17 anni ma anche alcuni infraquattordicenni, stando all’accusa. Sessanta indagati, a vario titolo, per truffa aggravata in concorso ai danni della pubblica amministraziona, favoreggiamento della permanenza illegale di stranieri nello Stato, falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri. Le pene previste vanno dai tre agli undici anni di reclusione.
L’indagine è della polizia ferroviaria torinese. Secondo l’ipotesi di accusa i minori, anche contro la loro volontà, venivano portati dai genitori nel nostro Paese e affidati a parenti od amici presenti in Italia mentre i genitori tornavano in Albania.
Nel nostro Paese venivano accompagnati a Torino e venivano accompagnati alfino ai pressi della sede del servizio sociale comunale o del commissariato di polizia dove i minori dichiaravano formalmente di essere non accompagnati, condizione che dà diritto ad alloggi tutelati, scuola e sussidi, con un costo a carico dell’amministrazione locale di Torino di circa tremila euro per ciascun minorenne.