In qualche modo fa rabbia. A poche decine di chilometri di distanza, un gruppo di indiani ultraricchi festeggia un matrimonio da 10, o 20, o 25 milioni di dollari e un loro connazionale, contemporaneamente, non ha manco il posto in ospedale. Va bene che è senzatetto, ma proprio che jella, essere senzatetto pure da ricoverato in ospedale. Eppure è successo proprio questo. L’indiano, senzatetto come si diceva, ha la scabbia: ricoverato in ospedale a Copertino, non c’era per lui manco il posto, né in reparto né in altri spazi.
Aveva una necessità specifica: rimanere in isolamento per tre giorni. Si è così deciso di ricoverarlo nell’ambulanza. Poi l’Asl di Lecce, la direzione sanitaria, ha preso una decisione, saggia, cioè ha disposto l’apertura per la circostanza di un’ala ristrutturata dell’ospedale, non ancora utilizzata. E l’indiano ha trovato ricovero lì.