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Semplificazione: non vive qui Martina Franca: dieci prescrizioni del Comune per mettere la targhetta all'esterno di uno studio professionale. Pure la polizza assicurativa

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Non è che le cose siano state fatte fuori dalle regole. No. Ma questa è la burocrazia che, per i massimi sistemi, crea la crisi. Perché la gente deve perdere tempo a risolvere problemi che non sono quelli direttamente lavorativi.

Dunque, un professionista di Martina Franca doveva sistemare all’esterno del proprio ufficio, accanto al portone d’ingresso, una targhetta. Ma proprio piccola, una ventina di centimetri di larghezza per cinque di altezza, non di più. Una cosa che si fa in cinque minuti scarsi.

Ecco cosa ha chiesto a quel professionista il Comune di Martina Franca, per quella “installazione di targa professionale non luminosa”. Mettiamoci tutti comodi ché l’elenco è lungo.

Documento d’identità del richiedente;

contratto di locazione;

indicazione del nominativo dell’impresa esecutrice, con relativo Durc e dichiarazione sull’organico medio annuo;

dichiarazione del committente circa la verifica dell’idoneità tecnico-professionale dell’impresa e circa la verifica della documentazione;

esplicita autorizzazione dei proprietari dell’immobile all’installazione della targa;

polizza di responsabilità civile per l’installazione di cartelli pubblicitari;

integrazione della dichiarazione prodotta dai richiedenti di conoscere esattamente e di subordinarsi senza riserve alle norme contenute nel regolamento comunale e al decreto legislativo e alle altre disposizioni in materia;

integrazione dell’elaborato grafico prodotto con il dettaglio riportante la quotatura dimensionale dell’insegna, il bozzetto relativo al messaggio pubblicitario da esporre con indicazione dei materiali e colori;

integrazione della nomina di incarico di direttore dei lavori e impresa esecutrice completa dei dati anagrafici e sottoscritta da tutte le parti interessate;

diritti di segreteria.

Tutto ciò per una targhetta poco più grande di quella con nome e cognome che si mette al citofono. L’impresa esecutrice, il numero medio annuo di dipendenti, per una targhetta in plastica di pochi centimetri quadrati? Chiesto, poi, da chi: da un ente che, tanto per fare un esempio, ha consentito un concerto in uno spazio inagibile perché pericolante (la Rotonda, estate 2013: sarà certamente nel ricordo di molti). Come dire: i rigorosi a geometria variabile.

Ecco come la burocrazia può creare problemi ai lavoratori. Perché poi quei lavoratori devono andare dall’assicuratore per la polizza e sentirsi dire che se quella richiesta di polizza va alla direzione generale vengono presi per pazzi l’agente assicurativo e il cliente. E poi devono andare a chiedere al Comune se davvero si possa ritenere normale un atteggiamento di questo genere. Altro che semplificazione.

Il professionista: veramente ci avevo messo due fischer e l’avevo già montata. L’ho tolta, non si sa mai vado a passare un guaio.

A proposito di amministrazione pubblica vicina ai cittadini.

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