Di Francesco Santoro:
Aumentano gli attualmente positivi per 100mila abitanti (raggiungono quota 195), i contagi (+57,6 per cento rispetto alla scorsa settimana) e i ricoveri in area medica (+6,1). Mentre la percentuale di occupazione dei posti letto Covid nelle terapie intensive scende al 4,4 per cento. Tumultuosa la crescita di casi in provincia di Brindisi: con 161 nuove infezioni ogni 100mila residenti supera Foggia (144). Seguono Lecce (98) e Bari (91), Barletta-Andria-Trani (83) e Taranto (68). Tutte sforano uno dei parametri da cui dipende l’ingresso in zona gialla. È quanto emerge dal report di Gimbe sull’evoluzione della pandemia da Coronavirus in Puglia.
A livello nazionale, «da oltre due mesi – afferma il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta– si assiste ad un aumento dei nuovi casi, che nelle ultime due settimane ha subìto una forte accelerazione. La media mobile a sette giorni dei nuovi casi è passata da 15.521 dell’8 dicembre a 25.322 il 21 dicembre (+63,2 per cento), un’impennata favorita anche dalla rapida e progressiva diffusione della variante Omicron nel nostro Paese, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente. Il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 28,1 per cento; quello positivi/tamponi molecolari il 10,5 per cento e quello positivi/tamponi antigenici rapidi l’1,2 per cento».
Vaccinazioni
In relazione alla campagna di protezione dal virus, stando all’analisi condotta dalla fondazione, l’80,3 per cento della popolazione pugliese è vaccinata con due dosi e il 3 per cento ha fatto solo una iniezione. Il tasso di copertura delle terze dosi, invece, scende dal 62,8 per cento al 54,2 per cento: un passo indietro rispetto a sette giorni fa nonostante il dato sia oltre la media nazionale. «Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate- precisa Gimbe-, in Italia, nelle varie fasce d’età, si riduce l’incidenza di diagnosi (del 62,7-78,9 per cento) e soprattutto di malattia grave (dell’83-93,3 per cento per ricoveri ordinari; del 91,4-97 per cento per le terapie intensive) e decesso (del 78,3-96,3 per cento)».
La situazione nel Belpaese e le richieste di Gimbe al governo Draghi
Il massimo esponente dell’organismo indipendente afferma che nel Paese «l’impennata della curva dei contagi, la lenta e progressiva congestione degli ospedali, l’incertezza sulla reale prevalenza della variante Omicron, i dati preliminari sulla sua maggiore contagiosità e le incognite sulla protezione vaccinale aprono scenari che impongono scelte politiche tempestive e rigorose, perché i vaccini da soli potrebbero non essere sufficienti a contrastare l’avanzata della variante, come già ribadito dall’Ecdc e dall’Oms».
La fondazione chiede al governo di introdurre immediatamente «l’obbligo vaccinale per tutte le categorie di lavoratori a contatto con il pubblico e nel medio periodo per tutta la popolazione. Accelerare la somministrazione delle terze dosi e le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni. Ridurre le tempistiche di somministrazione della dose booster (a 3-4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale), innanzitutto per anziani e fragili. Attuare strategie di provata efficacia per contrastare l’esitazione vaccinale, in particolare per gli over 50 a rischio elevato di malattia grave e per la fascia 12-19 anni. Istituire l’obbligo di mascherina Ffp2 nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto. Allineare la validità del green pass rafforzato ai tempi stabiliti per la somministrazione della dose di richiamo. Estendere l’obbligo del green pass base ai luoghi di ritrovo dove al momento non è richiesto (centri commerciali, luoghi di culto). Ridurre la capienza massima dei luoghi di aggregazione (discoteche, stadi, cinema, teatri). Vietare lo svolgimento di grandi eventi pubblici per il Capodanno. Incentivare lo smart working ed emanare norme per una corretta areazione e ventilazione nei locali scolastici e nei luoghi aperti al pubblico».