Luciano Violante e Donato Bruno. Pugliesi (rispettivamente) di adozione o nascita. Luciano Violante e Donato Bruno. Candidati al ruolo di giudici costituzionali, di estrazione parlamentare secondo un obbligo costituzionale. Luciano Violante e Donato Bruno, che non ce la fanno. Almeno finora. Ieri, al dodicesimo tentativo, Violante si è fermato a 158 voti; Bruno a 511. Anche meno di quelli dei giorni precedenti, ad esempio Donato Bruno l’altro ieri ce l’aveva quasi fatta con 544 voti. Ne servono 570, per arrivare al quorum dei tre quinti dell’assemblea (le Camere riunite) per essere eletti. Ma da dodici votazioni in qua non si riesce a fare nulla, nonostante ci sia anche un patto di ferro, al riguardo, fra i vertici di Pd e Forza Italia che propongono in abbinata i due candidati. Solo che finora tutti stanno sottovalutando, forse, il movimento 5 stelle che ha una rappresentanza parlamentare non irrilevante: non ce la fa ad eleggere uno suo ma può bloccare l’altrui elezione, ad esempio.
Peraltro il parlamento ci ha abituati a maratone estenuanti, per la nomina di giudizi costituzionali e membri laici del Consiglio superiore della magistratura. In una circostanza ci vollero due anni e due mesi, insomma mezza legislatura.
Oggi nuova convocazione dell’assemblea e vediamo se i due pugliesi fanno 13 o se, invece, la partita si chiude. Fra l’altro, il presidente della Repubblica è molto inquieto per le continue battute a vuoto e ieri non l’ha certo mandato a dire. Con quali esiti? Violante-Bruno bocciati una volta ancora.
