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Covid, Gimbe: in Puglia contagi in calo e ricoveri in leggero aumento Lecce e Foggia le province con l'incidenza più elevata

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Di Francesco Santoro:

Diminuiscono sia gli attualmente positivi per 100mila abitanti (sono 2.653) che i nuovi contagi (-10,9 per cento rispetto alla scorsa settimana). In leggera salita i ricoveri: in area medica le ospedalizzazioni passano dal 24,7  al 25,1 per cento, mentre la percentuale di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive sale dal 12,3 al 13.3 per cento. Le province più colpite sono Lecce e Foggia: rispettivamente con 1.423 e 1.092 nuovi positivi ogni 100mila residenti superano Bari (1.036), Brindisi (995), Barletta- Andria-Trani (967) e Taranto, che fa registrare l’incidenza più bassa in ambito regionale (939). È il quadro decisamente più confortante, almeno per quanto riguarda la diffusione del coronavirus, che emerge dal report della Fondazione Gimbe sull’andamento dell’epidemia in Puglia. «Siamo nella fase discendente della quarta ondata – commenta il presidente dell’organismo indipendente, Nino Cartabellotta – ma la riduzione della circolazione del virus è sovrastimata da una minore attività di testing, il calo della pressione sugli ospedali è lento e spesso irregolare e la curva dei decessi ancora non accenna a scendere».

Vaccinazioni 

La campagna di protezione dal Covid-19 procede a gonfie vele con numeri che confermano la regione degli ulivi al primo posto in Italia per livello di copertura vaccinale. Stando all’analisi condotta dagli esperti di Gimbe, l’84,8 per cento della popolazione ha effettuato due dosi e il 3,2 per cento una. Puglia da primato anche per quanto concerne le inoculazioni ai bambini dai 5 agli 11 anni: il 35,7 per cento ha completato il ciclo e il 15,8 per cento ha fatto solo una iniezione. Il tasso di copertura delle terze dosi, invece, è dell’84,5 per cento, valore oltre la media nazionale (83,5 per cento).

L’allarme di Gimbe sull’eccesso di ottimismo  

Il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, nonostante i segnali positivi degli ultimi giorni, invita a non cantare vittoria troppo presto: «Con l’avvicinarsi della scadenza dello stato di emergenza – la cui estensione non è più giustificabile in Parlamento – si stanno insinuando nel dibattito scientifico e politico termini che nulla hanno a che vedere con la situazione attuale: dalla circolazione endemica del virus, addirittura, all’imminente fine della pandemia. Distorsioni della realtà molto pericolose perché eccesso di ottimismo e disinformazione se da un lato non aiutano a contrastare l’esitazione vaccinale, dall’altro rischiano di legittimare decisioni azzardate e rischiose, come la decadenza dell’obbligo di mascherina negli ambienti chiusi».

 

 

 

 


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