Di Francesco Santoro:
«Male che vada prenderò l’automobile e punterò verso il confine con la Moldavia. C’è meno traffico rispetto a quello polacco: passerei più velocemente dall’altra parte». Paolo Chiafele, pugliese (è nato a Martina Franca), mastro salumaio tra i più noti del Paese, ha aperto un laboratorio a Kiev e fatto conoscere agli ucraini le sue prelibatezze preparate secondo i dettami della scuola itriana. Durante la videochiamata si dice «tranquillo». Nelle strade della capitale, nonostante le tensioni per la minaccia di invasione da parte della Russia crescano di ora in ora, l’atmosfera è rilassata. «Non ci sono militari in giro, ma la presenza della polizia si avverte. Le famiglie passeggiano serenamente. Se sono preoccupato? Sto andando a casa di un amico per decidere il da farsi e pianificare il viaggio: per il momento no».
Il campanello d’allarme è suonato quando la Farnesina ha inviato sul cellulare dei connazionali he vivono in Ucraina il messaggino d’allerta invitandoli a lasciare in via precauzionale il Paese. «L’ho ricevuto anch’io, ma poi non ci hanno fatto sapere più nulla e al momento non riesco a mettermi in contatto con l’Ambasciata- commenta Chiafele-. In pratica dovremo andarcene coi nostri mezzi: prendere un volo all’ultimo momento potrebbe costarmi parecchio, quindi mi sposterò via terra».
Intanto ieri migliaia di persone, in risposta al timore di un’escalation della crisi internazionale, sono scese in piazza a Kiev per manifestare contro l’eventuale invasione da parte delle truppe di Putin. «Ho visto le immagini del corteo – racconta Chiafele-: gli ucraini non vogliono i russi. Ma io temo soprattutto per la centrale di Chernobyl». A guardia del sarcofago rinforzato che protegge i resti reattore nucleare esploso il 26 aprile 1986 e dell’intera area contaminata è stato schierato un cordone di 75mila soldati che pattugliano i 145 chilometri quadrati della zona di esclusione.
Aggiornamento qui: