Il decreto finalizzato a contenere le conseguenze economiche del conflitto in Ucraina contiene un provvedimento per la pubblica amministrazione. È un invito a “diversificare” i sistemi di protezione informatica, nell’ambito di un articolo del decreto che fa generico riferimento a prodotti della federazione russa. In concreto è una richiesta a tutti gli uffici dell’amministrazione pubblica italiana, di ogni livello, a cambiare antivirus per i computer qualora attualmente dotati del Kaspersky. L’antivirus russo è utilizzato in circa 2200 servizi della pubblica amministrazione italiana a partire dai ministeri dell’Interno, degli Esteri e della Difesa.
E non per motivazioni legate a potenziale spionaggio o attacco informatico, come invece ipotizzarono cinque anni fa negli Usa con la decisione dell’autorità americana di vietare il Kaspersky: nella decisione italiana c’è il timore che causa la guerra vi siano disagi negli aggiornamenti dell’antivirus.
Era stato il sottosegretario all’Interno con delega alla sicurezza nazionale, Franco Gabrielli, ad evidenziare la necessità che l’Italia si liberi dalla dipendenza dalla tecnologia russa.