Di seguito il comunicato:
La valorizzazione dei borghi del Gargano attraverso l’arte urbana che esalta il patrimonio materiale e immateriale e stimola la riflessione su inclusione e accoglienza.
Gli interventi artistici di Saba Mat, DDuMstudio e Team Art su tre temi: musica, acqua e cibo.
Valorizzare i borghi attraverso interventi di arte urbana che esaltano il patrimonio materiale e immateriale e stimolano la riflessione sull’inclusione e l’accoglienza. È la finalità di “Carpino Street Project – L’arte urbana non esclude” – progetto finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito di Sthar Lab, coordinato da DDuMstudio insieme all’Amministrazione Comunale di Carpino, al sindaco Rocco Di Brina e al RUP e progettista ing. Nicola La Macchia – che accende i riflettori sull’arte urbana come veicolo di inclusione e rilettura dei valori della tradizione in chiave contemporanea.
L’intervento mira a narrare gli elementi che caratterizzano l’identità di Carpino – piccolo centro agricolo nel Parco Nazionale del Gargano, adagiato su due colline e posizionato tra il Lago di Varano e la Foresta Umbra – evidenziando il patrimonio materiale legato ai luoghi e al paesaggio, e quello immateriale costituito dalle tradizioni.
Musica, acqua e cibo sono i tre temi legati in maniera inscindibile alle tradizioni di Carpino che saranno interpretati da Seba Mat – Sebastiano Matarrese, artista che lavora nel campo del design, del muralismo, dell’illustrazione -, Team Art – collettivo formato da Marica Montemurro e Giovanni Papapietro, illustratori e designer e dagli architetti e creativi di DDuMstudio, Giulio Mandrillo, Chiara e Laura Pirro, insieme a Roberta Gravina.
Le opere legate ai tre temi sottolineeranno la capacità dell’arte urbana di non escludere e di appartenere a tutti, stimolando una riflessione su inclusione e accoglienza. Il progetto mette in evidenza la capacità della cultura e delle arti di veicolare l’inclusione tra diverse etnie.
«Dopo l’esperienza di Vico del Gargano con l’“Accademia degli Eccitati 2.0”, che ha acceso “i lumi” su tematiche legate all’ecologia utilizzando il linguaggio visivo della street art, continuiamo il percorso di valorizzazione del Gargano. Questa volta l’arte diventa veicolo di argomenti di estrema attualità, dimostrando come sia possibile facilitare l’integrazione e generare senso di appartenenza», spiegano i creativi di DDuMstudio, che curano anche la direzione artistica del progetto.
Le opere degli artisti – arrivati nel borgo garganico il 25 marzo, dove rimarranno fino ai primi di aprile – delineeranno un circuito che, attraversando il paese, porterà alla fruizione di tre luoghi culturali: Palazzo Baronale, Chiesa di San Cirillo e Piazza del Popolo.
Si partirà dalla porta di accesso alla città (su via Mazzini) dove un muro lungo circa 32 metri ospiterà un murale di Seba Mat sul tema della musica, chiaro riferimento ai celebri Cantori. Carpino è, infatti, il regno della musica popolare del Sud Italia e, grazie al Carpino Folk Festival, il paese ha vissuto una vera e propria contaminazione artistica che, negli anni, ha portato da un lato i Cantori di Carpino dalle campagne ai palchi, dall’altro diversi artisti della scena internazionale in paese.
Sempre su via Mazzini, in prossimità dell’incrocio con la SP50, DDuMstudio e Roberta Gravina cureranno una installazione urbana sul tema dell’acqua, elemento che abbraccia la piana di Carpino, con il Lago di Varano e il mare Adriatico divisi da un sottile lembo di terra. L’acqua plasma il paesaggio di Carpino ed evoca le traversate per raggiungere una “terra promessa” che non può non essere accogliente e inclusiva.
All’ingresso del paese in direzione Foresta Umbra, su via Padre Pio, Team Art realizzerà un’opera murale sul tema del cibo ispirata al forte legame tra Carpino e il paesaggio agricolo, in particolare all’olio extravergine di oliva, prodotto dalla pregiata cultivar dell’Ogliarola garganica, e alla coltura della fava, presidio Slow Food. Da sempre elemento di unione e socializzazione, l’atto agricolo rappresenta un collante importante per il paese. Carpino accoglie nuove comunità che trovano proprio nell’agricoltura il primo punto di contatto con il luogo e con la gente del posto.