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La musica sacra del compositore di Martina Franca presentata in Polonia "Ad Lucem" di Paolo Palazzo

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Di Agostino Convertino:

Quando una star globale del cinematic dalle solide basi classiche affronta la musica sacra, o più precisamente il tema della Via Crucis, possono accadere cose artisticamente bellissime come per la composizione Ad Lucem. Il compositore pugliese (di Martina Franca) Paolo Palazzo si presenta all’appuntamento forte di una consapevolezza antropologica scolpita nei tratti genomici del suo popolo e nella sua pietà popolare. Ad Lucem, composta per due eccellenti soprani provenienti dalla cantera della Fondazione Paolo Grassi, Cristina Fanelli e Graziana Palazzo, vive il suo scopo principale non per dimostrare la contemporaneità della musica in quanto coeva ma per attraversarne l’eternità. Il disco infatti è sospeso, in  perfetto equilibrio, tra origini, presente e futuro nella felice commistione tra strumenti tradizionali, strumenti virtuali e “sopravvenienze naturali” come vento, foglie, sabbia, terra, rami d’ulivo, vetri. Ad Lucem non sconfina nell’indulgenza verso i maestri del minimalismo e non cade mai nel possibile dualismo tonale/modale alternando fasi cantate a momenti esclusivamente strumentali tenuti insieme dall’intima ispirazione dell’opera: le realizzazioni pittoriche dei fratelli polacchi Krzysztof e Michal Powalka, estimatori del M° Palazzo cui hanno offerto la trasposizione grafica della loro Via Crucis come punto di partenza, scenico e cromatico, di altrettante poste musicali da snodare sulla Via Dolorosa.

IMG 20220416 WA0014Lo spettro visibile della prima arte (la pittura) attraversa la musica (la quarta arte) pensata come un prisma che scompone e conduce alla settima arte (il cinema o meglio la dimensione cinematic). In ogni fase del processo di inclusione c’è Paolo Palazzo, a distillare emozioni ora dolcissime ora violente com’è tipico di ogni Via Crucis, accompagnato dagli eccellenti Leonardo Carrieri  (col suo episodio organistico) e Gaetano Simone. Quest’ultimo si incarica di aprire il lavoro con le note struggenti di Rex Israel eseguite al kamancheh, storico strumento a corde tipico di alcune aree tra il Caucaso e l’antica Mesopotamia  considerate culle di civiltà. Di sicuro una di esse ha contenuto un Eden anche per la Musica che Ad Lucem ha visitato per portarla a noi carica di storia, fede e soprattutto uno stile originalissimo. Un’opera, un disco destinati ad un pubblico globale (che non è poco) disposto ad ampliare le proprie percezioni come gli spettatori di certi film 3D che richiedono l’uso di occhialini speciali. Lo stupore sarà condiviso tra il pensiero delle immagini pittoriche (le trovate nella Cattedrale dell’Assunzione e San Nicola a Lowicz, Polonia) e la loro “colonna sonora” Ad Lucem. L’opera, ascoltata su supporto compact disc, si presenta molto equilibrata anche sul piano tecnico pur contenendo sonorità così svariate. Valutazione complessiva: altissima.

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