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Carcere di Foggia: detenuto suicida Denuncia Sappe

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Non diamo notizie di suicidi o autolesionismo. Talvolta è necessario parlarne.

Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe :

Non è stato molto nel carcere di Foggia(6,7 mesi) il detenuto di origini lucane % classe 86 con fine pena tra appena due mesi(giugno 2022)che questa mattina, si è tolto la vita impiccandosi con una rudimentale corda ricavata dai lacci delle scarpe che, ha appeso allo finestra della stanza del bagno , dopo aver aspettato che gli altri compagni uscissero per l’ora d’aria. Purtroppo l’agente di servizio nella sezione nulla ha potuto nonostante sia intervenuto con prontezza e coraggio, e da oggi il detenuto in questione che sembra avesse problemi psichiatrici , è entrato a far parte della fredda statistica dei suicidi in carcere che peraltro non interessa più a nessuno. Negli ultimi mesi sono decine gli interventi dei poliziotti penitenziari di Foggia che con coraggio e professionalità sono riusciti a salvare chi per motivi vari, ha deciso di volare oltre le sbarre del carcere. Peraltro il SAPPE denuncia una carente assistenza ai detenuti con problemi psichiatrici che spesso sono abbandonati a se stessi. Fino a qualche anno fa ci si indignava, ci si interrogava anche sui mass media nazionali, ora più niente qualche riga nella cronaca locale ed avanti il prossimo. Eppure questo è l’ennesimo episodio di una tragedia continua che ha responsabilità molto precise, a partire da chi ha voluto consegnare le carceri italiane all’anarchia. Ci riferiamo alla politica ed al DAP che nei fatti hanno smantellato la sicurezza nelle carceri , e l’attività di controllo e gestione dei detenuti. Da mesi se non anni, il SAPPE , sindacato autonomo polizia penitenziaria denuncia la grave situazione di sovraffollamento del carcere di Foggia che è arrivato più del 170% dei posti disponibili, nonostante i gravi eventi che due anni fa hanno portato all’evasione di 73 detenuti. Da allora nessun intervento, anzi le cose sono peggiorate con il personale di polizia penitenziaria sempre di meno, sempre più stanco e vecchio. Tutto ciò costringe i poliziotti a lavorare per 8, 12 ore continuative con carichi di lavoro massacranti in violazione di norme e leggi dello stato italiano. Ma è possibile che in un cosiddetto paese civile ci si indigni per un animale maltrattato, e nessuno si preoccupi di affrontare seriamente il problema delle carceri, diventate ormai una discarica sociale ove buttare le anime ed i corpi degli ultimi, dei pazzi, dei diseredati. Si perché questo è il carcere, ove colletti bianchi e delinquenti matricolati riescono ad evitare di soggiornare grazie ai soldi che permettono difese legali (che i poveri cristi si sognano,) sfruttando tutte le possibilità che leggi inadeguate consentono. Senza dimenticare i tantissimi innocenti che trascorrono periodi anche lunghi in carcere, per poi uscire distrutti nell’anima e nel corpo. Diamo appuntamento al prossimo suicidio o pestaggio di poliziotto, semprechè interessi ancora a qualcuno.


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