Di Francesco Santoro:
Sono scolpiti nella pietra gli obiettivi della nuova comunità Slow Food della Valle d’Itria fondata dall’azienda Salumi Martina Franca, dagli allevatori Giuseppe Caroli, Cataldo Elia e Giuseppe Semeraro, dai macellai Filippo Loconte, Francesco Camassa e Matteo Laera, dagli zootecnici Antonio Semeraro e Alessandro Matarrese, dalla tecnologa alimentare Rossella Zito, dal trasportatore Giambattista Recchia e dal mangimificio Fratelli Quarato. Promuovere un’antica razza autoctona di maiale di taglia medio piccola con cute e lunghe setole di colore nero, tutelare il benessere degli animali, la biodiversità e la produzione artigianale del capocollo e dei salumi “poveri” della tradizione contadina. I suini vengono allevati al pascolo: vivono all’aria aperta, si rotolano nel terreno e riposano all’ombra dei fragni.
I ritmi insostenibili della globalizzazione sono banditi al pari degli additivi. Riscoprire i sapori autentici è un valore fondamentale da coltivare. «Vogliamo portare avanti un cambiamento etico – ha affermato Francesco Carriero di Salumi Martina Franca -, vogliamo difendere il suino nero pugliese e le ricette dei nostri nonni: è un patrimonio unico, eccezionale». Il presidente regionale Slow Food Marcello Longo, domenica mattina a Masseria Pezze Mammarelle, ha tenuto a battesimo l’interessante progetto: «Nel capocollo del nostro presidio non ci sono nitrati né nitriti. Alla salute del consumatore e degli animali ci teniamo: mangiare sano significa stare bene». Soddisfatto il sindaco Franco Ancona: «L’iniziativa “intercetta” il lavoro che abbiamo portato avanti negli ultimi dieci anni».