Scrive Morena Aloisio:
Nelle scorse settimane ho avuto modo di constatare una situazione che ha dell’increscioso e ad un tratto le favole raccontate circa il polmone naturalistico della città hanno lasciato il posto ad incredulità mista a rabbia.
Accompagnata dal Signor Luigi, proprietario di alcuni oliveti in via Antica Morzone, lo scenario che si è presentato dinanzi i nostri occhi aveva dell’assurdo. Constatavamo come innumerevoli ribaltabili avessero scaricato quintali di rifiuti, pericolosi e non, come le stesse immagini dimostrano. Proseguendo nel cammino una quantità incredibile di amianto risultava presente in un oliveto semi-abbandonato e una miriade di tracce testimoniavano la presenza di roghi tossici con conseguente probabile rilascio di diossina nell’aria e nel suolo. Situazione analoga si presentava in contrada Madonna delle Grazie. Lo stesso Signor Luigi, con una certa rabbia, ci raccontava come negli anni ha sempre dovuto bonificare di volta in volta a proprie spese ciò che veniva sversato nei suoi terreni intaccando i già esigui profitti.
Al Sindaco in carica chiediamo i motivi per i quali il Comune di Bitonto, per il tramite dell’Ente Parco, non abbia predisposto adeguati piani di valorizzazione dell’area naturale contro l’abbandono criminale di rifiuti; per la flora e la fauna presente, intaccate dall’uso di fitofarmaci agricoli, da arature e piantumazioni di alberi da frutto, nonostante un vincolo idrogeologico del 100%, cementificazioni e costruzione di piccoli fabbricati, dalla caccia (illegale in un parco, anche con trappole disseminate sul territorio) perpetuati nel letto della Lama. Possibile che in questi dieci anni le istituzioni non si siano rese conto delle gravissime condizioni lasciando la patata bollente alle prossime amministrazioni?
Ai candidati Sindaco Domenico Damascelli e Francesco Paolo Ricci chiediamo invece quali misure intendano perseguire per la valorizzazione del Parco.
Quali per renderlo fruibile ai percorsi da trekking, che al momento risultano poco segnalati o interamente nascosti da specie arbustive o erbacee.
Se e come intendono rendere realmente effettivi i vincoli di tutela ambientale esistenti, minacciati da proprietà private, campi coltivati, campi rom, cave (utilizzate o dismesse) e tanto altro. Quali misure si intendono attuare circa il monitoraggio ambientale, ancor più necessario con l’estendersi del PaP su tutto il territorio comunale.