Il giudice Chiarelli, magistrato attualmente in servizio al tribunale di Brindisi, nel 2000 sentenziò sul mobbing nei confronti dei lavoratori Ilva di Taranto confinati in una palazzina per punizione. I vertici Ilva furono condannati. Quella sentenza è nella storia.
Adesso il giudice di Martina Franca, in rappresentanza di Area democratica e progressista, è candidato a diventare un componente del Consiglio superiore della magistratura. Saranno, secondo la riforma, trenta i nuovi membri del Csm in aggiunta al presidente della Repubblica che ne è presidente. Venti dei componenti da nominare saranno giudici ed il 18 settembre si svolgeranno le elezioni: saranno chiamati a votare i magistrati di tutta Italia.
Genantonio Chiarelli è candidato nel collegio dell’Italia meridionale in una competizione che è molto sentita in un contesto, quello della magistratura, che ha bisogno di un recupero di credibilità e che deve mantenere la sua autonomia, in rappresentanza di uno dei tre poteri che da contrappesi fra loro (con il legislativo e l’esecutivo) rappresentano l’essenza del sistema democratico.