C’erano anche pugliesi fra le persone in attesa del treno alla stazione di Bologna, quella mattina del 2 agosto 1980. Alle 10,25 una bomba nascosta in una valigia devastò lo scalo ferroviario, nel gravissimo attentato di matrice fascista, il più grave nell’Italia repubblicana. Morirono 85 persone, duecento feriti.
Quattro neofascisti condannati quali esecutori della strage, per un quinto terrorista di estrema destra ergastolo in primo grado. Sui mandanti però non ci sono tuttora risultati determinanti. Anche se la sentenza di Corte d’Assise dello scorso 6 aprile fa riferimento alla P2 di Licio Gelli, pezzi deviati dello Stato e della Cia, per impedire il cambiamento politico verso il centrosinistra del Paese.
L’immagine fa riferimento alle vittime baresi: la lapide si trova accanto al portone d’ingresso del municipio di Bari.