La morte di Darya Dugina ha preso il sopravvento rispetto ai bombardamenti, che pure proseguono e dopodomani saranno sei mesi, in territorio ucraino.
La Russia ha accusato l’Ucraina di avere approntato l’attentato di Mosca in cui è esplosa l’auto con a bordo la figlia dell’ideologo di Putin scampato alla morte solo per essersi fermato a parlare con una persona a margine della manifestazione culturale alla quale aveva preso parte con la figlia.
L’Ucraina respinge le accuse e fa riferimento, piuttosto, alla resistenza interna russa. Di certo per il regime di Putin un campanello d’allarme visto che è stato dimostrato come la nomenclatura sia vulnerabile.