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Energia, caro bollette: oggi decreto. In arrivo quello sull’estrazione di gas in mare Riguarda la Puglia

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Di Martino Abbracciavento:

Oggi il Consiglio dei ministri per il varo di un decreto per aiutare i cittadini alle prese con i rincari delle bollette.

In arrivo inoltre un decreto per aumentare la produzione di gas nazionale, il dimissionario governo Draghi, a pochi giorni dalle elezioni, rilancia infatti la partita del gas nazionale come soluzione alla crisi energetica per aiutare le aziende in difficoltà. L’obiettivo è quello di ridurre le forniture di Mosca e aumentare l’autonomia energetica.

A tal proposito, la prossima settimana il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, presenterà un decreto specifico, con obiettivo di favorire l’estrazione in mare aperto, tra Mar Adriatico e canale di Sicilia dove sono presenti almeno la metà delle riserve di idrocarburi italiane.

In concreto, si tratterà di incentivi per facilitare gli operatori delle trivelle. Da quello che si apprende, il provvedimento sarà rivolto ai giacimenti già attivi da potenziare, o a quelli che verranno riattivati.
I giacimenti di gas naturale si troverebbero nel Mar Adriatico, da nord a sud, attività di ricerca sono in corso anche a largo delle coste pugliesi.

I tecnici della Regione spiegano che la Puglia non dovrebbe però essere particolarmente interessata dal nuovo decreto del governo, in quanto al momento solo Eni ha la concessione all’attività di estrazione di olio greggio per tre pozzi, ma questi sono sospesi e non funzionanti da anni.
Per il resto nel territorio regionale pugliese sono stati rilasciati quattro permessi per la ricerca di idrocarburi in mare, e 5 sono le istanze presentate per nuove trivellazioni. Nessuna di queste cinque è stata ancora autorizzata.

In Puglia al momento risulta una sola piattaforma autorizzata in Puglia, costruita nel 1995 destinata alla coltivazione di olio greggio, si trova a 50km dalla costa di Brindisi e la concessione è di Eni. Nella stessa zona la società gestisce 2 pozzi per l’estrazione di olio greggio entrambi non allacciati per sospensione della produzione, ma produttivi e non eroganti. Ed ancora, sempre nella stessa area, Eni è titolare di una concessione di estrazione di olio.

Inoltre al momento sono stati rilasciati 4 permessi di ricerca due nel mare Adriatico e due nel mar Ionio. Gli operatori sono la Northern Petroleum per i permessi in Adriatico, e Global Med per i permessi nello Ionio.

Le istanze di ricerca sono invece cinque: quattro nel mare Adriatico, e uno nel Golfo di Taranto nell’area estesa verso la Calabria. Per le aree in Adriatico l’operatore è Global Petroleum, per l’istanzanel Golfo di Taranto è Aleanna Italia.

La Puglia ha inoltre anche dei pozzi autorizzati sulla terraferma e si trovano in provincia di Foggia.

L’assessore regionale all’Ambiente Maria Grazia Maraschio a tal proposito ha spiegato: “I nostri fondali non sono ricchi di idrocarburi ed anche solo l’attività di ricerca risulta dannosa. Capiamo che questo è momento di transizione, ma va governato. E a livello ministeriale manca una pianificazione, un piano industriale sulle rinnovabili. Questo l’ho detto direttamente a Cingolani. Il ministro deve produrre decreti per individuare delle aree idonee. Ora stiamo assistendo alla semplificazione delle procedere ma senza un indirizzo del governo sulle aree dove si possono fare gli investimenti. La linea della Regione è quella di puntare sull’eolico off shore ma serve individuare gli spazi nei quali possono essere concentramenti gli insediamenti. Invece di fare tanti piccoli impianti off shore serve farne di grandi senza dispersione per evitare molteplici attacchi a terra. E le trivelle vanno contro questa nostra linea della rinnovabili”.

Per tamponare la crisi del gas con la chiusura di Mosca ed affrontare il difficile inverno, si parla anche del potenziamento delle centrali a carbone attive, in Italia sono sei le centrali a carbone attive, quattro di queste sono dell’Enel.

In Puglia un ruolo importante lo avrà la centrale termoelettrica di Brindisi a Cerano, di proprietà dell’Enel. Da marzo scorso, la produzione della centrale di Cerano Federico II è stata già potenziata. Da gennaio 2023 la Federico II sarà pienamente al regime, e il carbone utilizzato triplicato rispetto agli ultimi anni. Nel piano industriale di Enel resta comunque il 2025 la data per lo spegnimento della centrale e la fine dell’utilizzo del carbone a Brindisi.


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