Il rapporto iCity 2014, che viene presentato a Bologna, è impietoso con il sud. Impietoso quanto realista. C’è proprio un paragrafo, di tale rapporto, che si intitola “Il ritardo del Mezzogiorno”. Consiste, tale ritardo, nel non avere nulla, o quasi, di adeguato in termini di sviluppo del concetto di città intelligente: la smart city, quella organizzata in modo tale da favorire lo sviluppo della comunità e delle imprese. Car sharing, wi-fi eccetera eccetera: sono 72 gli indicatori.
La prima in Italia è Milano. Per dire in che condizioni sia l’Italia, i vertici nazionali della classifica iCity 2014 sono la coda dell’Europa (Milano è lontana non solo da Londra e Parigi ma anche da Bruxelles, Madrid, Francoforte, Amsterdam, Berlino, Stoccolma, Vienna, Zurigo). Figurarsi la coda dell’Italia, cosa possa essere. E la coda è tutta meridionale. Bari, che è anche la migliore fra le grandi città del sud, è la prima pugliese nella graduatoria nazionale ed è al settantunesimo posto. Poi c’è Lecce, in posizione numero 81. Poi Foggia, 89/ma; poi Brindisi e Taranto, al novantunesimo posto, appaiate in questa figuraccia. Andria, e ci si riferisce dunque al capoluogo Bat, è novantottesima. Ultima, in Italia, è Crotone, al posto numero 106. Dall’ottantesimo posto di Napoli in poi, sono solo città del sud (Molise, Puglia, Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia) con una sarda, Nuoro. C’è, nel tunnel, un lumicino: Matera, (sì, proprio la capitale europea della cultura 2019) che per condizioni ambientali è prima in Italia, nella graduatoria settoriale.
Il rapporto, che abbiamo scelto di pubblicare integralmente, serve perché venga studiato, soprattutto dagli amministratori pubblici. Quelli che amministrano le città e che, i dati sono lì, ancora devono mostrare la loro adeguatezza a poterle amministrare in questo periodo di crisi che però è anche il periodo delle basi per il futuro.
Di seguito in formato pdf il rapporto iCity rate 2014, fonte ForumPA, contenente anche la classifica di tutte le città italiane: