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Fasano, accusa: rapina allo zoosafari, due arresti ed un obbligo di dimora Accadde due anni fa

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Di seguito un comunicato diffuso dai carabinieri:

Nella prima mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Fasano, supportati dai militari del Comando Squadrone Eliportato Cacciatori di Puglia e del Nucleo Cinofili di Bari, a conclusione di un’intensa attività info-investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, emessa nei confronti di Gionathan Manchisi, 41enne fasanese, e di Roberto Romano,  33enne della provincia di Bari, e una misura cautelare dell’obbligo di dimora emessa nei confronti di una 38enne fasanese, tutti ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, dei reati di rapina pluriaggravata e detenzione e porto illegale in luogo pubblico di più armi comuni da sparo. Gli accertamenti svolti dai Carabinieri hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, nonché elementi idonei a dimostrare, nelle indagini preliminari, la sussistenza delle esigenze cautelari che hanno comportato l’emissione della conseguente ordinanza coercitiva. In particolare, i due indagati sottoposti alla misura cautelare in carcere, il 20 settembre 2020, travisati e armati di pistola, in pieno giorno e in luogo affollato, dopo essersi presentati presso le casse dello “Zoo Safari” di Fasano, secondo l’ipotesi accusatoria, si sarebbero fatti consegnare dal cassiere un trolley contenente parte dell’incasso della giornata, pari a € 12.800 circa, dileguandosi successivamente grazie all’aiuto della donna che, dopo averli fatti salire a bordo della propria autovettura,  avrebbe consentito ai due di guadagnarsi la fuga. Tali condotte assunte avrebbero reso concreto il pericolo di reiterazione di reati contro il patrimonio in ragione della gravità del fatto, del notevole profitto conseguito, della spavalderia palesata nell’irruzione a mano armata, in pieno giorno, in luogo affollato, della disponibilità di armi da fuoco e della ripartizione dei ruoli fra più soggetti tali da poter essere scongiurate solo con l’applicazione della misura in parola. I due indagati colpiti dalla misura cautelare in carcere, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti alla casa circondariale di Brindisi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria nelle more della valutazione, in concorso con la difesa, di tutti gli elementi atti ad acclarare le sue ipotizzate responsabilità penali.


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