Per una questione di soldi (126mila euro) frutto ad attività illecite, il 72enne Pasquale Di Nunno volle vedere morto chi se ne era appropriato, Cosimo Damiano Pastore, 52 anni. Così Di Nunno assoldò tre sicari. Però venne uccisa la persona sbagliata, il 30 aprile 2011: Lakbira el Hayj, quarantenne marocchina, compagna di Pastore, illeso. Nella prima fase delle indagini, fu proprio lui a finire in carcere per un mese. Poi l’inchiesta prese un’altra direzione e portà agli arresti e al processo. Oggi la Corte d’assise di Trani ha sentenziato due condanne: Pietro Lamarra, trent’anni di reclusione; Giuseppe Lapadula, 28 anni di carcere. L’altro, già condannato, riconosciuto colpevole, è Nicola Dello Russo; diciotto anni di carcere. Il mandante, Pasquale Di Nunno, assolto: perché è morto.