La Corte di Cassazione, disponendo un nuovo processo civile, di fatto, ha pronunciato parole chiare: la strage di Ustica è stata gravata da un depistaggio.
La sentenza, della terza sezione civile della Cassazione, ha accolto il ricorso di Luisa Davanzali, erede del presidente della compagnia aerea Itavia, fallita sei mesi dopo l’incidente del 27 giugno 1980. “il depistaggio delle indagini deve considerarsi definitivamente accertato” è scritto nella sentenza.
Fu depistaggio, furono sviate le indagini, secondo la Suprema corte italiana. Da 33 anni e mezzo, era il 27 giugno 1980 quando l’aereo Dc 9 Itavia partito da Bologna e diretto a Palermo, finì in mare a Ustica. Ancora non c’è chiarezza del perché, ancora non si riesce a dare giustizia a 81 persone, le vittime di quella tragedia.
“Subito dopo la strage, le procure di Palermo, Roma e Bologna hanno aperto delle indagini, mentre il ministro dei trasporti Rino Formica ha nominato una commissione d’inchiesta, che però non finì mai il suo lavoro e fu sciolta nel 1982. Il ministro dei trasporti disse che l’aereo era precipitato per un cedimento strutturale, forse dovuto a una cattiva manutenzione.
Nessuna delle sentenze in questi anni ha stabilito chi ha lanciato il missile. Tra le principali ipotesi emerse c’è quella di un coinvolgimento francese. Francesco Cossiga, che all’epoca della strage era presidente del consiglio, nel 2007 ha dichiarato che il Dc-9 sarebbe stato colpito per errore da un missile sparato da aerei militari francesi e destinato a un caccia libico che si trovava nelle vicinanze, su cui pare che viaggiasse il leader libico Muammar Gheddafi” scrive Internazionale.
Da 33 anni e mezzo si ipotizza un conflitto fra aerei militari con l’incolpevole Dc9 andatoci di mezzo, oppure che l’aereo dell’Itavia fu colpito da un missile, oppure una pura disgrazia, oppure ancora un attentato direttamente a bordo. Si ipotizza di tutto. Poi ha preso il sopravvento la tesi del missile, dunque. Ma chi è stato, in realtà? Uno dei più vergognosi misteri d’Italia è ancora mistero.
Le tracce radar di quel 27 giugno, tarda sera, vennero lette anche dalla postazione radar di Martina Franca. Passato tutto questo tempo, chissà se da Martina Franca non possa arrivare adesso una parola di chiarezza, su cosa successe quella sera.
(foto: il relitto del Dc9 Itavia, fonte la rete)
Con depistaggi come questo e con la gestione privatistica della cosa pubblica, è stata conciata l’Italia nella condizione in cui oggettivamente oggi la troviamo. C’è solo da vergognarsi!!!