Di Nino Sangerardi:
Quattro deputati—Fornaro,Guerra,Scotto e Stumpo—hanno proposto la creazione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uso dell’amianto e sulla bonifica dei siti contaminati.
“In questa legislatura—scrivono i parlamentari—si ritiene necessario e doveroso l’istituzione della Commissione d’inchiesta con particolare riferimento alla individuazione delle responsabilità politiche istituzionali e no, in tutti quei casi nei quali si è tollerato un impiego illecito dell’amianto e si sono omessi controlli in materia di bonifica , con rischi e danni gravi per la salute e la sicurezza dei cittadini, in primis dei lavoratori impegnati nel comparto”.
A trent’anni dalla Legge n.257/1992 “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto” siffatto minerale risulta ancora molto diffuso in Italia e tutti i siti contaminati attendono di essere risanati.
Si stima la presenza di 32 milioni di tonnellate di amianto compatto e 8 milioni di tonnellate di amianto friabile, sparse sul territorio italiano. Solo tredici Regioni hanno deliberato il Piano regionale di bonifica.
“Tuttavia—rilevano i deputati—anche quando il Piano esiste mancano gli interventi che lo dovrebbero attuare, come la mappatura dei manufatti contaminati. Il risultato è che di amianto si continua a morire”.
Secondo il Libro Bianco delle morti di amianto, redatto dall’Osservatorio nazionale sull’amianto, nell’anno 2017 i morti per esposizione professionale ambientale e domestica all’amianto sono stati in numero di 6.000, destinati a crescere.
L’Italia è stato il secondo Paese produttore europeo e tra i principali consumatori di amianto. Nonostante la Legge n.257/1992 sono attivi, soprattutto lungo la catena degli Appennini, numerosi luoghi estrattivi di pietre verdi(ofioliti). Si tratta di rocce ignee che contengono fibre di amianto, tuttora estratte, lavorate e utilizzate per realizzare vialetti per giardini nelle abitazioni private, muriccioli oppure acciottolati per le ferrovie e sottofondi stradali.
L’Agenzia Organizzazione mondiale della sanità per la ricerca sul cancro, classifica l’amianto come cancerogeno per l’uomo in grado di provocare tumori della pleura, del polmone, della laringe e dell’ovaio.
Circa il 70% dei tumori causati dall’amianto deriva da esposizione professionale, per il 15-20% sono colpite le popolazioni che abitano nei dintorni di un centro di pericolo(fabbrica o miniera); per il resto, con tutta probabilità, ad essere colpita è la popolazione in generale, vista la presenza ubiquitaria dei manufatti contenenti amianto.
“Crediamo che il Paese—si legge nella proposta di Commissione d’inchiesta—meriti risposte concrete e approfondimenti seri rispetto a una problematica della quale, forse, si parla sempre meno. Il Paese ha diritto di capire quello che in materia è stato fatto e, soprattutto, ciò che non si è fatto in passato per evitare morti bianche avvenute in aree di impiego civile, commerciale, militare e industriale altamente contaminate”.
Emblematici il caso dello stabilimento Isochimica di Avellino, quello dell’Ilva di Taranto, i casi degli edifici scolastici nei quali si è rinvenuto amianto, quantunque la messa al bando 30 anni fa, o dei giocattoli, articoli per fumatori, vernici e pitture nei quali è stato spesso rinvenuto questo materiale killer.
Il progetto della Commissione è formato da cinque articoli, venti i deputati membri che dovrà nominare il Presidente della Camera, un Ufficio di presidenza, i lavori verranno conclusi entro 24 mesi dalla sua costituzione con specifica relazione sull’attività svolta.
La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’Autorità giudiziaria.