Il senato accademico, in serata, ha deciso a maggioranza. Moglie e marito sono parenti. Quella che in ogni parte del mondo sarebbe una cosa ovvia, all’università di Bari è stata messa ai voti. Un’interpretazione alla norma voluta dal ministro Gelmini, secondo cui i parenti fino al quarto grado, ad esempio di professori, non possono essere assunti. Ma in una recente versione dei bandi di concorso per le assunzioni, l’università di Bari aveva considerato i coniugi non facenti parte della categoria dei parenti fino al quarto grado. Così le proteste si sono moltiplicate, negli ultimi giorni, rispetto alla (diciamolo) discutibilissima interpretazione del grado di parentela. Stasera le cose sono state rimesse a posto. Adesso i bandi di concorso per le assunzioni vedranno esclusi i coniugi di chi già lavora. Insomma, ad esempio, una professoressa moglie di un professore di ruolo, non potrà insegnare nell’ateneo barese. La cosa riguarda una quarantina di persone.
Solo per accademia: in realtà giuridicamente tra marito è moglie non c’è rapporto di parentela ma di coniugo. Ovvio che il rapporto di coniugo sia più forte di quello di parentele in senso stretto. Quindi ad essere pignoli: marito e moglie non sono parenti ma il loro rapporto è tale (più intimo, più intenso della parentela) da rafforzare il principio che vieta le assunzioni.
P.S.la norma, eticamente comprensibile, è però palesemente in contrasto con l’art. 3 della Costituzione. Quando, infine, per evitare possibili favoritismi, si deve ricorerre ad una norma, è evidente che la fiducia nelle istituzioni, improtanti come la Università, viene a mancare. Chissà quante mogli o mariti di professori davvero in gamba saranno ora ingiustamente penalizzate/i. Come al solito la legge umana è imperfetta.
Grazie per il suo intervento. Purtroppo non è il criterio della bravura a valere, ha giustamente puntualizzato la situazione. (agostino quero)